Il Pd: divieto di dimora per De Magistris
Ha detto che lui, certo, non potrà più firmare documenti, nè partecipare alla giunta nè sedere in Consiglio comunale. Ma anche che, nonostante tutto, in attesa che la città torni a votare per (ri)darsi un sindaco, lui continuerà a fare il sindaco di Napoli. Alla faccia della condanna a un anno e tre mesi di reclusione e della sospensione inflittagli dal prefetto. "provocazioni inaccettabili" le definisce la senatrice del Pd Angelica Saggese, "che rischiano di creare una situazione incontrollabile con un danno enorme per le istituzioni". Per questo la Saggese, eletta nel febbraio 2013 a Palazzo Madama nella circoscrizione Campania, chiede con una interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno Angelino Alfano che sia disposto il divieto di dimora a Napoli per Luigi De Magistris, primo cittadino sospeso dalla carica per l'applicazione della legge Severino. “Dal momento dell'emissione della sentenza di primo grado e della conseguente sospensione dalla carica di primo cittadino, stiamo assistendo a uno spettacolo indecoroso. Dinanzi ad una sentenza che si può non condividere ma non si può non rispettare, l'ex primo cittadino ha dimostrato un assoluto disprezzo per chi lo ha condannato e sospeso annunciando con dichiarazioni ufficiali che non avrebbe, nei fatti, rispettato il provvedimento e sostenendo altresì che avrebbe continuato ad esercitare quella carica, in modi diversi, ancorché sospeso dalle sue funzioni”. Secondo Saggese, “tutto ciò non è ammissibile e per tale motivo, nel denunciare la gravità dell'accaduto” chiede “di valutare l'emissione di un provvedimento che ristabilisca di fatto le condizioni di legalità in città, anche per un rispetto dovuto al consiglio comunale pienamente legittimato a restare in carica e allo stesso vicesindaco facente funzioni affinché possa esercitare il suo ruolo in piena autonomia”.