Il fronte anti Cav cambia facciaora i "cannibali" vogliono Bersanie Silvio come sempre "ringrazia"
"Tutti insieme per battere Silvio", cantavano fino a pochi giorni fa. Ora Travaglio, Santoro, Monti e Ingroia infilzano il Pd. E il centrodestra ora crede nella vittoria
Il boomerang quando arriva in testa fa male. Pier Luigi Bersani non ha nemmeno i capelli che lo proteggano. In questo momento deve essere disteso su una poltrona con ghiaccio in testa e un calmante stretto nel pugno della mano. Già perchè ora tutto è cambiato. La campagna elettorale trionfale cominciata con le primarie si sta traformando in una sciagura. Anzi nella solita sciagura della sinistra. Perchè? Il caso Mps, diciamolo chiaramente, ha raso al suolo il Pd. E la storia non è ancora finita. Macerie su macerie. All'apertura della campagna elettorale tutti concordavano su un punto: unirsi per fermare il ritorno del Cav. I sondaggi al principio furono generosi. Ma il 10 gennaio c'è il primo duro contropiede di Silvio. Il Cav va da Santoro vince 4-0 contro Travaglio e l'adunata degli azzuri diventa una fossa dei leoni che crede nella rimonta. Mentre la sinistra è davanti all tv nel vedere Silvio che si porta via il pallone dal Servizio Pubblico Stadium, Bersani nervoso comincia a fumare 3 sigari contemporaneamente. Nei giorni successivi il "teletribuno" viene processato e condannato da Repubblica. Il blocco anti Cav comincia nuovamente a serrare i ranghi. Si parla di inciucio, Bersani tiene per mano Monti e Vendola e cerca di costruire un fronte per arrestare l'avanzata di Silvio. L'ammucchiata di centrosinistra con il Prof in mezzo sembra essere l'unica soluzione per scongiurare una vittoria del centrodestra. Ma Il Fatto Quotidiano, dopo aver mandato la sua penna numero uno, Marco Manetta a morire sotto i colpi del Cav, prepara un altro regalino per Silvio. Il 22 gennaio il quotidiano di Travaglio smaschera Mussari e Mps. Il presidente dell'Abi si dimette e comincia la via crucis di Bersani. Bersani massacrato dagli amici - Sotto accusa ci sono i rapporti tra il Pd e i Ds con il Monte dei Paschi. Bersani prova a calmare le acque ma lo scandalo è troppo grosso per metterlo sotto il tappeto. Lo massacrano tutti. Antonio Ingroia è uno dei primi: "I politici della maggioranza che hanno sostenuto Monti, Pd, Pdl e Udc, hanno permesso e coperto tutto per difendere i propri interessi, non certo quelli dei soggetti deboli". Poi arriva Grillo e rincara la dose: “Serve una commissione d'inchiesta che prenda gli ultimi segretari dei Ds e dei Pd, dal 1995 ad oggi e si faccia dire dove sono andati a finire 14 miliardi di euro. Ci devono dare delle risposte". Anche Monti che fa il finto tonto lancia la sua molotov contro Bersani: "Il Pd ha sempre avuto molto influenza attraverso la fondazione e la banca. Bisogna attaccare il fenomeno della commistione tra la banca e politica che va ulteriormente sradicato". Quindi ora Monti è contro Bersani, Travaglio e Santoro pure con Ingroia a rimorchio. Ma il blocco anti Cav dove è finito? E' diventato forse il blocco anti Pier? Grillo è contro tutti da sempre, ma negli ultimi giorni è uno dei principali accusatori dei democratici nell'affaire Mps. Insomma Silvio aveva già guadagnato nei sondaggi quando c'era già l'ammucchiata per mettergli il bastone tra le ruote. Ora con Mps potrebbe esserci un triplo salto mortale in avanti. Silvio potrebbe recuperare altri punti preziosi. Tutto è cambiato. E ora il Cav può tornare nuovamente in corsa a pieno titolo. Basta dire grazie allo stesso blocco che voleva la sua fine. Ora i cannibali hanno un'altra preda. Si chiama a sorpresa Perluigi Bersani.