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Pdl, gli ex An sono spaccati in tre. E molti forzisti dicono no al Berlusconi-Monti

Giulio Bucchi
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  di Enrico Paoli Si fa presto a dire ex An. Con l'aria che tira, e con quello che si muove sotto il cielo della politica di casa nostra, tirata per la giacca dall'Europa, delineare con precisione ciò che faranno gli ex esponenti di An confluiti nel Pdl, ma in rotta di collisione con l'ex presidente del Consiglio, non è affatto semplice. Soprattutto ora che sullo sfondo della scena incombe il premier Mario Monti, diventato il convitato  di pietra di tutti gli scenari. L'ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, dopo i dubbi e le incertezze legati alle innumerevoli candidature per le quali era stata proposta (presidenza della Regione Lazio, Comune di Roma, leader del partito attraverso le primarie) ha deciso di mettere le vele al vento e iniziare a navigare, in modo da superare mari e Monti. «Quando il presidente del Consiglio si candiderà vedremo cosa fare», dice l'ex ministro, nel bel mezzo di una riunione operativa  per mettere a punto la manifestazione di domenica, vero e proprio battesimo del fuoco per il suo movimento. Insomma, Monti o non Monti cambia poco. «Resto fortemente critica rispetto alla gestione del Pdl e al tema della scelta del premier», dice la Meloni, rimarcando come la mancata indizione delle primarie sia stato un punto determinate per la scelta del suo percorso. Che l'ha portata a organizzare le “primarie delle idee”. «Restiamo in prima linea», scrive la  Meloni presentando l'evento di Roma, «per affermare la bellezza dell'impegno civile, contrastare le scelte personalistiche e le decisioni calate dall'alto».  Leggi l'articolo integrale di Enrico Paoli su Libero in edicola oggi, venerdì 14 dicembre    

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