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Berlusconi: se Monti scende in campo mi ritiro

Silvio Berlusconi

Andrea Tempestini
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Lei pensa di confermare la sua candidatura? Secco, Bruno Vespa, alla presentazione del suo libro Il Palazzo e la Piazza. La risposta di Silvio Berlusconi è lunga, articolata. Ma la sostanza è chiara: "Se sarò un leader o il candidato premier? Dipende". Poi la frase che marca il cambio di rotta: "Sono pronto a fare un passo indietro se Monti potrà essere il leader dei moderati. Sono pronto a tutto per riunire i moderati". Quindi l'ex premier specifica: "Io, in questo momento, sono candidato alla presidenza del Consiglio". Poi getta acqua sul fuoco delle relazioni (tese) con il premier: "Sono stato io a nominare Monti in Ue, e con lui ho un eccellente rapporto personale e vedrei bene per il Paese se si candidasse alla guida di un rassemblement dei moderati".   Attacco su tutti i fronti - Ma la sostanza è chiara. Il fuoco incrociato di Pdl, autorità europee e forze politiche italiane ha spinto il Cavaliere, ad aprire al passo indietro definitivo. I "montiani" del Pdl e il pressing di Casini, Napolitano & Co hanno indirizzato l'ex premier verso una svolta che potrebbe essere quella definitiva. Ma la palla, ora, passa a Monti. Con abilità e astuzia, il Cavaliere gioca d'anticipo e "imbriglia" la fronda azzurra che lavorava a un comunicato stampa per chiedergli un passo indietro e la candidatura del Professore, che ora dovrà definitivamente sciogliere le sue riserve. Obiettivo di Silvio: riunire i moderati, anche con Monti, pur di salvare il Paese dalla sinistra. E se ancora non fosse chiaro, Berlusconi ha ribadito: "Se Monti cambiasse idea, per quanto mi riguarda non avrei nessun porblema a ritirare la candidatura. Potrei anche dedicarmi anche al solo mio movimento politico". Quindi il Cavaliere fissa gli obiettivi: "Io spero di recuperare tutti i voti del 2008, come dicono i sondaggisti". "Se Monti si candida..." - Berlusconi ha spiegato: "C'è un centro che si sta formando a cui guarda Casini, Montezemolo e altre formazioni politiche che mirano ad una adesione di Monti a questa iniziativa. Io non credo che Monti accetti di diventare uomo di parte - sottolinea l'ex permier -, ma ove il presidente Monti accettasse potrebbe essere lui il candidato di tutto lo schieramento del centrodestra. Un'investitura bella e buona, che catapulta il Professore in un campo minato e che, come diretta conseguenza, pone almeno momentaneamente la Lega Nord (sempre ostile a Monti) fuori dal piano di alleanze del Pdl. Sul Carroccio, il Cav specifica: "Se la Lega non arrivasse con noi ad un accordo circa la candidatura a Palazzo Chigi e la Lega decidesse di andare da sola in Lombardia, immediatamente cadrebbero le giunte di Piemonte e Veneto. L'accordo con la Lega è in discussione". Berlusconi ha svelato che "la Lega mi ha offerto con slancio di fare il leader della coalizione. Col Carroccio stiamo trattando sul riconoscimento a Maroni della candidatura della presidenza della Lombardia".   C'è anche Alfano - Berlusconi non ha poi scordato di citare l'ex Guardasigilli: "Non è affatto escluso che Angelino Alfano, che ha tutta la mia stima e che considero tra i migliori protagonisti della politica italiana, sia il candidato premier. Ieri sera ho avuto l'ok della Lega, quindi la sua candidatura è in pole positione". Il Cav, insomma, non dimentica il segretario, che però, al di là delle parole, sembra essere la terza opzione: dietro a Monti e dietro a Berlusconi stesso. La storia - Berlusconi, a Roma, ha iniziato il suo lungo intervento con un excursus sugli ultimi anni della politica italiana: "Io sono stato assolutamente coerente sempre, anche nel mio impegno politico". Quindi il fuoco si sposta sul leader dei centristi, sul momento in cui Pier Ferdinando Casini è uscito "dalla maggioranza dei moderati. Tutti i sondaggi - ha aggiunto Berlusconi - ci davano per necessaria la fusione degli elettori di Casini con l'altro schieramento moderato. Casini mi disse che se avessi fatto un passo indietro sarebbe tornato con i moderati. Io feci quasi subito un passo indietro, divenne segretario Angelino Alfano e ci aspettavamo tutti che Casini si pronunciasse per un ritorno nell'ambito dei moderati. Questo non avvenne". Poi si passa alla crisi di fine 2011 e all'ingresso in scena di Mario Monti, ma anche "in questo caso non fu fatto alcun passo in avanti da parte di Casini. Infine mi fu detto che dovevo fare un passo definitivo indietro: non presentarmi come candidato premier, e io per amor di patria decisi di fare l'ulteriore passo indietro, limitandomi al ruolo di padre fondatore nel Pdl. Anche in questo caso, Casini non cambiò posizione e continuò a discutere con la sinistra". La svolta - Si arriva, dunque, a questi giorni, alla storia contemporeanea dela vita politica. "Ultimamente - ha premesso l'ex premier - sapete cosa sta succedendo. io sono ancora sulle mie posizioni ultime. Spinto dai miei, ho accettato di poter essere considerato, nel caso, come candidato alla presidenza del Consiglio. Qualcuno mi ha chiesto se fossi disposto a essere il solo leader della coalizione. Ho subito accettato. Io non ho alcuna ambizione personale, sono l'italiano che è stato più tempo a Palazzo Chigi. Avrei voluto consegnarmi a un periodo lungo di meritato riposo. Ma ho sempre detto che sono a disposizione. Quindi il passo indietro o il passo avanti dipende da come stanno le cose". Berlusconi, insomma, non esclude né di fare il leader della coalizione di centrodestra, né il candidato premier. Ma spiega: "Sono pronto a fare un passo indietro se Monti potrà essere il leader dei moderati".  Sull'Europa - Nel corso del suo lungo intervento, Berlusconi si toglie altri sassolini dalle scarpe: "Non mi si può convincere di un'Europa in cui ci sono paesi egemoni che colpiscono gli interessi degli altri Paesi. Sono invece convinto dell'Unione Europea". Poi il Cav è tornato sulle parole dell'intervista concessa a Maurizio Belpietro: "Ho detto che lo spread è stato un imbroglio. Su uno spread che è andato su oltre 500 punti venne fatta una battaglia durissima contro il governo e contro di me. L'accusa di aver portato il Paese sull'orlo del barato è stata una menzogna colossale. C'è chi ha detto che senza il nuovo governo non si sarebbe potuto pagare gli stipendi. Non credo che i tecnici abbiano portato soldi...". Fini e Casini uniti contro il Cav - E intanto arrivano le prime reazioni alle parole di Berlusconi. Il primo a parlare è Ginafranco Fini. Il presidente della Camera, che era stato accusato dal Cav di aver sfruttato il suo ruolo istituzionale per stoppare la riforma della giustizia, ha affermato: "Ringrazio Berlusconi per avermi riconosciuto il merito di aver fermato una pseudo riforma volta solo a risolvere i suoi guai giudiziari". E sull'endorsement del Cav per il professore, Fini è chiaro: "Dopo avergli tolto la fiducia ora Berlusconi considera Monti una pedina da muovere sullo scacchiere di Arcore. Facendo così Berlusconi dimostra solo la sua disperata inaffidabilità". E a sostegno di Fini arriva pure Casini, accusato dal Cav di essere il principale responsabile dello smembramento dei moderati di centrodestra. "Il Presidente Berlusconi è in evidente stato confusionale se manifesta la possibilità di fare l'ennesima giravolta di un passo indietro in caso di candidatura di Monti a cui la scorsa settimana ha tolto la fiducia in Parlamento. Su una cosa però è pienamente lucido: Monti a Berlusconi ha detto no. Questo a noi basta", ha affermato il leader dell'Udc.

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