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Bersani vuole votare subito: ha una fifa blu di Berlusconi

Pier Luigi Bersani

Il leader Pd insiste al Colle: "Urne a febbraio. Non possiamo lasciare 3 mesi di opposizione al Cav". E Casini è d'accordo

Andrea Tempestini
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  Uno spauracchio che lo terrorizza. Lo spauracchio è Silvio Berlusconi. Il terrorizzato è Pier Luigi Bersani. Ora ci sono soltanto il leader e il suo Pd a sostenere il governo di Mario Monti. E l'uomo che viene da Bettola ha una fifa blu: una campagna elettorale troppo lunga in cui soltanto il Cavaliere bastonerà le sciagure del governo tecnico rischia di mettere la sinistra in ginocchio. Questo il succo del ragionamento di Bersani, un ragionamento sul quale conviene in toto Pier Ferdinando Casini. I leader di Pd e Udc ne hanno discusso ieri, venerdì 7 dicembre, prima nel loro incontro privato e poi nelle consultazioni al Colle con Giorgio Napoalitano. La data del voto - Ora che lo strappo politico è stato consumato, ora che il governo ha i minuti contati, lo scontro è tutto sulla data in cui si andrà a votare (che si voterà con il "porcellum", ormai, è quasi una certezza che fa comodo a tutti). L'asse Pd-Udc, come detto, teme di concedere un vantaggio troppo grande a Berlusconi nella sua tirata in solitaria contro l'esecutivo dell'Imu e delle tasse. "Se Berlusconi scende in campagna elettorale noi non possiamo reggere da soli Monti per altri tre mesi", hanno spiegato i due Pier a Re Giorgio. Il Quirinale da par suo insiste sulla "ordinata conclusione della legislatura" e per andare al voto il 10 marzo, ma Bersani in primis non si rassegna. Il democratico, investito dalle primarie, trema per l'eterno ritorno di Silvio: vuole andare al voto il prima possibile, magari il 17 o il 24 febbraio, senza concedere all'ex premier la possibilità di 12 settimane di opposizione a Monti (una tattica che alla Lega Nord ha permesso di recuperare consenso subito, anche dopo gli scandali tanzani e di Belsito). Lo scioglimento delle Camera - Il segretario del Pd ha messo in preallarme Monti stesso: "Presidente - gli ha spiegato -, noi la sosteniamo lealmente su tutti i provvedimenti ancora da approvare, ma dovreste comunque valutare se ci sono le condizioni per anticipare il voto a febbraio". Un messaggio sibillino, che cela l'obiettivo dei democrat e di Casini: ottenere lo scioglimento delle Camere tra Natale e Capodanno. "Se fossimo in condizioni normali - ha spiegato Bersani ai suoi "compagni" - il 10 marzo andrebbe anche bene. Ma con Berlusconi che adesso sparerà tutti i giorni contro il governo c'è il rischio di logorare il Paese". O, forse, di logorare il vantaggio di cui il Pd viene accreditato. Il sondaggio - C'è infine un sondaggio che terrorizza i democratici: una rilevazione sulla popolarità del premier Monti. E che a destra il Professore non sia (eufemismo) tutt'altro che amato non è certo una novità: l'ostilità degli elettori viene quotata al 71 per cento. Bersani è però impallidito quando ha appreso che anche a sinistra, Monti, fa incetta di non-consenso: il 51% degli elettori democratici, del dottore delle tasse, non ne può più. Meglio chiudere o limitare la strada dell'opposizione che il Cavaliere vuole percorrere, insomma.  

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