Lancia le primarie del centro. Ma andranno a votare solo lui e Bocchino
Vuole fare una sorta di Ppe all'italiana con Casini e Montezemolo. Peccato che non abbiano nemmeno deciso il nome del partito
Non hanno ancora un nome, non si sa se aderirà Montezemolo, e Casini è ancora indeciso se stare con Bersani o meno. Insomma, il centro è ancora un'idea confusa ma Gianfranco Fini va oltre e lancia le primarie del centro. Ancora un po' che aspettano a fare un partito e a fare le consultazioni popolari, verrebbe da dire, si è già andato a votare. Tant'è. Fini, in una intervista al Corriere della Sera, parla di primarie per scegliere leader e candidati di quello che dovrebbe essere una sorta di Ppe all'italiana: "La nascita di una aggregazione moderata che si richiami al Ppe è necessaria e urgente, soprattutto dopo il ritorno di Berlusconi". Autocritica - Certo è difficile prendere i voti degli elettori del Pdl delusi e competere con il Cavaliere se come ammette lo stesso Fini il suo "progetto" non decolla "perché non si capisce cosa sia" e o diventa "più ambizioso o rischia di essere percepito come un cartello di sigle". Del resto "i problemi sono innanzitutto i contenuti", "il tempo è poco e le difficoltà organizzative molte" e "se io parlo con Casini, Casini con Montezemolo e Montezemolo con me, la lista rischia di nascere nelle stanze di incontri trilaterali". Quindi, conclude Fini "vale la pena tentare le primarie". Il nesso fra le due cose non si capisce e viene da chiedersi, se mai faranno le primarie, chi le voterà: lui e Bocchino? I punti - Intanto, i temi sarebbero: "I nuovi capitoli dell'agenda Monti. Punto primo, vogliamo più o meno integrazione europea? Dobbiamo fare il punto sul Titolo V della Costituzione, interrogarci sulla legge di cittadinanza e il riconoscimento delle coppie di fatto, valutare l'incandidabilità per chi è stato condannato in primo grado per reati particolarmente gravi...". E sul fronte dei parlamentari propone: "Si potrebbe allegare un'altra paginetta con un elenco, poniamo, di quaranta candidati. L'elettore ne sceglie venti e poi, magari, indica altri cinque nomi fuori lista". Infine, Montezemolo. Commenta Fini: "Ha fatto una bella convention, se scende in campo sono felice", ma "ora bisogna passare alla fase successiva per vedere se l'incontro tra società civile e politica è possibile".