Napolitano avvia le consultazioniAlfano: governo Monti è finitoBersani: siete irresponsabili
Il segretario Pdl al Quirinale poi toccherà al Pd e all'Udc. Angelino: alle urne dopo il voto sulla legge di stabilità
Una giornata di consultazioni per Giorgio Napolitano. Poco dopo le 10 e 30 di venerdì 8 dicembre, il segretario Pdl, Angelino Alfano. è salito al Colle con Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Nel pomeriggio il capo dello Stato ha incontrato anche il segretario del Pd PIer Luigi Bersani, il presidente della Camera Gianfranco Fini, e il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Al termine della giornata, Napolitano ha comunicato di confidare in un "percorso costruttivo e corretto che rispetto l'immagine dell'Italia" nel periodo che vedrà la fine della legislatura". In una nota, Re Giorgio sottolinea come le esigenze di evitare una chiusura drammatica della legislatura sono condivise dallo stesso Popolo delle Libertà. Degli esiti degli incontri, ha aggiunto, informerà quanto prima il premier Mario Monti. Di sicuro c'è che dopo due giorni di fuoco inzia a essere più chiaro il futuro politico dell'Italia: la data più accreditata per le prossime elezioni è quella del 10 marzo. L'attacco al Pd - Subito dopo l'incontro con il Capo dello Stato, durato circa un'ora, Alfano è intervenuto alla Camera nelle dichiarazioni di voto sul dl sui costi della poltiica: "Il Pd vuole abbattere un'area politica che è maggioranza nel Paese. Noi però consideriamo conclusa l'esperienza del governo Monti. Questo non ha nulla a che fare con la persona di Monti, con il suo servire le Istituzioni e con con sua lealtà nelle forze politiche e con noi in particolare», ha spiegato. Nel suo appassionato intervento Alfano, rispondendo alle critiche di Bersani, ha poi aggiunto: "Noi ci siamo e resteremo in campo, e combatteremo fino in fondo la nostra battaglia. Ieri non abbiamo votato la sfiducia al governo percheé avremmo causato l'abisso dell'esercizio provvisorio, invece vogliamo concludere ordinatamente questa legislatura senza strappi e senza mandare le istituzioni e il Paese allo scatafascio. Bersani e Casini hanno abusato dell'espressione irresponsabilità ma noi non ci faremo attaccare addosso la lettera scarlatta della I, perché non lo siamo. Semplicemente, non crediamo che responsabilità faccia rima con cecità. Alfano sottolinea che dal governo Monti sono stati compiuti alcuni essori ma o "principali glieli ha fatti cimpieter il Pd. Alfano cita per esempio la riforma del mercato del lavoro sulla quale il Pd ha agito ''sotto il diktat della Cgil a sua volta sotto il diktat della Fiom". Il segretario Pdl si è poi rivolto al presidente del consiglio: "Vorremmo che il governo usi le sue ultime settimane per rispettare un impegno assunto anche con noi: noi vorremmo che gli impegni in materia di giustizia fossero mantenuti". L'affondo di Bersani Le parole di Alfano arrivano dopo l'attacco del candidato premier del Pd Pier Luigi Bersani che, oltre ad aver accusato il centrodestra di irresponsabilità, ha detto che "l'Imu non è una tassa di Monti ma di Berlusconi e di Tremonti e ancora che "la medicina per risolvere i mali dell'Italia non è Berlusconi". E poi un affondo durissimo sul centrodestra: : "Oggi è venuta meno la speranza che il centro-destra italiano possa dare un mano al cambiamento del Paese. C'è l'amarezza per l'eterno ritorno di una strada che ci ha portato al disastro, mentre il Paese avrebbe un drammatico bisogno di una assunzione di responsabilit. Noi abbiamo una parola sola e saremo leali e siamo pronti a esserlo fino alla fine della legislatura. Leali nel sostegno al governo e alle indicazioni del capo dello Stato. Ma non siamo ingenui e non ci mettiamo sulle spalle il peso della vostra propaganda» Casini: governo non è parafulmine Pier Ferdinando Casini nel suo intervento ha rimproverato il Pdl di aver tolto il sostegno a Monti "solo per calcolo elettorale o per motivi connessi al provvedimento che questo governo sta varando" e che sforbicia i costi della politica. Chi si oppone alle misure, accusa, "lavora al mantenimento dello status quo", mentre «l'unica arma all'antipolitica è la buona amministrazione".