"Cari" professori, addio:il pagellone sui ministri
Cala il sipario sull'austera e dolorosa parentesi dei tecnici. Vi proponiamo un primo e breve bilancio "numerico": dai 7 di Severino e Cancellieri allo 0 di Oranghi. E la Fornero?...
Cala il sipario. Questione di giorni, ore o minuti. Chissà. Tra poco lo scopriremo. Ma la dolorosa parentesi tecnica sta per chiudersi. Mario Monti e la sua squadra sono stati eclissati dallo stesso protagonista che, circa un anno fa, permise loro di conquistare la scena: Silvio Berlusconi. Il Cav torna in campo e tira una spallata micidiale ai tecnici: qualcuno avrebbe dovuto farlo anche prima. L'astensione di ieri, giovedì 6 dicembre, a Camera e Senato è stata fatale: i numeri, cari professori, non ci sono più. I tecnici preparano le valigie e vanno a casa. All'Italia, in eredità, lasciano una gragnuola di tasse e un'economia devastata. Oggi si aprono due filoni: la campagna elettorale (che vedrà contrapposti Bersani e Berlusconi, con lo spauracchio Grillo) e il tempo dei bilanci sul governo eterodiretto e imposto dall'Europa (e da Napolitano). Per fini analisi ci sarà tempo e modo. Per ora, noi ci limitiamo a un breve ma esasutivo "pagellone" sui protagonisti: i ministri del governo tecnico, in rigorosissimo ordine alfabetico. E a Monti che voto diamo? Zero, come gli euro che ci ha lasciato in tasca... Fabrizio Barca, Coesione Territoriale: voto 2 - Titolare di un dicastero oscuro, ha cercato di sfruttare la parentesi tecnica per farsi "assorbire" dalla sinistra. E forse ci è riuscito: con tutta probabilità lo candideranno. Di lui si dice che sia il nuovo Prodi. Un incubo, insomma. Renato Balduzzi, Salute: voto 5 - Non si è distinto per nessuna iniziativa che cercasse di sanare il buco della spesa sanitaria italiana. Alla fine ha costretto Monti a richiamare l'idea di una privatizzazione del settore o peggio a un aumento delle tasse per finanziare la sanità. Si è distinto invece per aver tagliato la busta paga degli specializzandi di medicina. Sfruttati per dodici ore al giorno erano scesi in piazza per protestare contro il ministro. Lui ha fatto subito marcia indietro. Anna Maria Cancellieri, Interni: voto 7+: tra i pochi tecnici che non hanno ambito a fare politica. Una "tecnica" vera. Un lavoro onesto, indipendente. Pronta a difendere le forze dell'ordine quando era doveroso farlo (sì, il riferimento è al recente "sciopero generale europeo"). Mario Catania Politiche Agricole, Alimentari e Forestali: voto 6,5 - Un ministro poco noto ma molto attivo. E' molto amato nel mondo degli agricoltori. Ha cercato di risolvere seppur con pochi risultati la crisi del ettore. Ma si è impegnato e lo sta tutt'ora facendo, per riscrivere la Pac, la politica agricola comunitaria. Si è battuto per la tracciabilità dei prodotti alimentari. E inoltre ha anche ceracto di abbassare la pressione fiscale sulle imprese agricole. Corrado Clini Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare: voto 6 - Un tecnico puro. Ha sempre lavorato al ministero. In precedenza si è sempre occupato di problemi ambientali a livello internazionale. Da ministro ha dovuto sbattere il muso contro la grana Ilva scoppiata a Taranto. C'ha messo la faccia. Ha provato a far ragionare la magistratura per eviatre che venisse bloccata la produzione. E' anche andato in tv da Santoro per spiegare cosa ha fatto e ha intenzione di fare per lo stabilimento di Taranto. La sua battaglia l'ha vinta a metà. Giampaolo Di Paola, Difesa: voto 4 - Impalpabile. Come Terzi, sul caso-marò non è riuscito a ottenere un fico secco. Il generale, inoltre, verrà ricordato come il ministro della Difesa che la difesa la voleva tagliare. Ma gli F35 invece no. O forse sì. Anzi ce li teniamo. Magari no. E intanto va a casa... Elsa Fornero, Lavoro, Politiche Sociali: voto 1 - Pensioni addio, esodati, una riforma del lavoro che più sgangherata e inutile non si può, lacrime, choosy, giornalisti canaglia, confessioni di inadeguatezza, ditini alzati, figlie piazzate all'università, la battaglia sul "la", giovani viziatelli, televisioni puzzone. Ma cos'è, un ministro? Piero Giarda, Rapporti con il Parlamento: voto 4/5 - Sin dagli esordi dimostra che di rapporti con le camere non ne ha mai intrattenuti. Una valanga di gaffe, su tutte il celeberrimo "Mecacci & C" (che gli vale mezzo voto in più). Poi migliora perché di fatto, saprisce. E con lui, le orecchione da alieno. Piero Gnudi, Turismo, Sport, Affari Regionali: voto 4 - Ce lo ricordiamo per la boutade sui cinesi che vengono a Milano e rientrano in giornata (forse a bordo di un razzo) e per l'intervista durante gli Europei di calcio. Serpeggiò il panico: ma chi è? Era il ministro Gnudi. Impalpabile. Lorenzo Ornaghi, Beni e Attività Culturali: voto 0 - L'assoluto campione di inutilità. Titolare di un dicastero "pesante", si rivela più evanescente del vapore acquo e più impalpabile di Patrick Swayze in Ghost. E come Swayze, sul finale ritorna per un istante (drammatico): il fantasma avalla la nomina della Melandri al Maxxi. Un campioncino... Filippo Patroni Griffi, Pubblica Amministrazione e Semplificazione: voto 6,5 - Lotta come un leone (o almeno cerca di venderci questa sua immagine). A tagliare i dipendenti pubblici ci ha provato. I risultati? Scarsini, ma non è colpa sua. Tenta di abbattere la sua scure sugli statali e sulle auto blu. Si mette contro Monti e Passera sull'autunno caldo. Ministro prezzemolino, è recordman di citazioni nelle agenzie stampa. Promosso. Vittorio Grilli, Tesoro: voto 4 - E' stato un ministro fantasma. Poche idee e tutte dettate da Mario Monti. Il Prof ha tenuto l'interim del ministero fino all'11 luglio di quest'anno. In pratica non l'ha mai lasciato. Di certo non si può dire che abbia invertito la tendenza del premier. Aumento della pressione fiscale. Completamente senza risultati la lotta all'evasione, che è aumentata. Lascia un paese schiacciato sotto una montagna di tasse e con le tasche completamente vuote. E per l'aumento delle entarte fiscali ha anche esultato con un : "Grazie Imu". Corrado Passera, Sviluppo Economico, Trasporti, Infrastrutture: voto 3 - Caro Corradino, occasione sprecata. L'ex banchiere, il "superministro" tripartito, vera celebrità dell'austero governo tecnico, non ha inciso su nulla. Ha provato a battagliare sulle liberalizzazioni, e ha perso. Poi ha navigato nel sottobosco di questo esecutivo. E a furia di restare sotto traccia, l'Italia si è dimenticata di lui. Ora, spiazzato e superato come "papabile candidato", strizza l'occhio a sinistra per una poltrona all'Eni. E pensare che si parlava di lui come possibile premier. Alieno. Francesco Profumo, Istruzione: voto 4 - Ce lo ricorderemo per il "concorsone" per docenti (uno spreco da centinaia di milioni), qualche gaffe, il ko sui precari della scuola, la bizzarra richiesta di lavorare gratis per un anno per poi entrare in graduatoria. Per usare un eufemismo: bene, ma non benissimo... Andrea Riccardi, Cooperazione internazionale e l'integrazione: voto 4 - E' l'uomo della comunità di Sant'Egidio. Voleva concedere la cittadinanza italiana al termine del primo ciclo di studi: una vera passione per gli immigrati, la sua. Poi la gaffe senza assoluzione: "Gli immigrati sono come i palermitani, hanno gli stessi problemi". Molto vicino agli ambienti cattolici è apparso più politico che tecnico come nel caso del suo esplicito endorsement per un Monti Bis alla conferenza di Luca di Montezemolo per "Italia Futura". A Riccardi fare il ministropiace e voleva continuare a farlo. Giulio Terzi di Sant'Agata, Esteri: voto 1 - Basta una parola: marò. Loro sono ancora in India, Terzi invece se ne va a casa archiviando una parentesi disastrosa. Per chi se lo fosse scordato, nei giorni caldi della trattativa con l'India fu così scarso che venne "commissariato" da Staffan de Mistura. Due nomi pomposi per un risultato inesistente. Enzo Moavero, Ministro per gli Affari Europei: voto 5 L'Italia non ha avuto un peso specifico maggiore nei tavoli che contano in Europa. E'stato spesso un gioco al ribasso. come nel caso sul voto del Bilancio Ue per i prossimi setet anni. L'Italia ha protestato timidamente per gli 8 miliardi di euro che ogni anno paghiamo a Bruxelles guadagnado solo un miliardo e mezzo. Un gioco che non vale la candela. Poi il vertice si è chiuso con un nulla di fatto. Insomma in Europa forse bisogna fare di più. Paola Severino Di Benedetto, Giustizia: voto 7 - Ha operato come un vero tecnico. Si è tenuta lontana dalla tenatazione di politicizzare il suo incarico. Ha lavorato a diversi disegni di legge. Fra cui la legge anticorruzione e quella sulla incadidabilità per i condannati. Ha mostrato un pò di confusione quando ha aperto un'inchiesta sui lacrimogeni di via Arenula. In quel caso ha messo in dubbio la professionalità delel forze dell'ordine.