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Berlusconi torna in campo: "Vogliono che mi candidi"

L'ex premier smentisce le voci di una rottura coi vertici del Pdl: "L'Italia è sull'orlo del baratro, non posso consentire che il Paese precipiti"

Matteo Legnani
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Torna in campo Silvio Berlusconi. "Mi devo ricandidare". A costringere il Cav non è solo il Pdl ma la condizione dell'Italia, disastrata. In una nota ufficiale uscita a tarda sera, l'ex premier smentisce le indiscrezioni filtrate dal tribolato vertice di Palazzo Grazioli (con voci secondo cui il partito sarebbe andato in pressing per una candidatura del Cav, che però avrebbe risposto picche perché non desiderato da qualcuno) e rilancia il proprio ruolo. Anche se non tutti, nel partito, sembrano in festa: provare a sondare gli umori degli ex colonnelli An per credere. "C'è stata un'accelerazione, s'era detto che ci si riuniva domani (giovedì, ndr) - ha commentato a caldo Maurizio Gasparri al Corriere della Sera -. Dovremo decidere in unità, spero che si remi tutti nella stessa direzione". Oggi altra riunione, si preannunciano giornata caldissima: secondo alcuni gli ex An sarebbero a un passo dalla cacciata.  La nota del Cav - "La situazione oggi è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio Paese. Oggi l'Italia è sull'orlo del baratro". "L'economia - aggiunge Berlusconi - è allo stremo, un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d'acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili. Le famiglie italiane angosciate perché non riescono a pagare l'Imu. Le imprese che chiudono, l'edilizia crollata, il mercato dell'auto distrutto. Non posso consentire che il mio Paese precipiti in una spirale recessiva senza fine. Non è più possibile andare avanti così. Sono queste le dolorose constatazioni che determineranno le scelte che tutti insieme assumeremo nei prossimi giorni". Election day decisivo - Si tratta dunque di capire come e con chi, anche se la nota lascia intedere un progetto comune con il Pdl (il che non esclude un'eventuale lista solitaria del Cavaliere con quel che resta del partito a sostenerla, anche se l'ipotesi più concreta secondo il direttore di Libero Maurizio Belpietro è una cacciata degli ex An). Di sicuro sarà decisiva la giornata di oggi, con il governo che dovrà decidere sulla legge di incandidabilità (che preoccupa e non poco Berlusconi) e sull'election day. Una cosa, infatti, è certa: il punto su cui tutti, ieri, a Palazzo Grazioli erano d'accordo era l'aut aut a Mario Monti: o si vota in un giorno solo, o si va alle urne in anticipo. Che lo voglia o no Pierluigi Bersani, che ieri sera ha giurato lealtà fino a primavera al professore

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