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Al Senato Pdl in trinceaper salvare il "porcellum"e spianare la strada a Silvio

Gli azzurri mandano avanti Quagliariello: bozza con "premietto" di 50 deputati alla coalizione che ottiene il 40% dei voti. Il Pd: non la voteremo mai

Matteo Legnani
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La recita è finita. Dopo mesi di chiacchiere, non ci sarà alcuna riforma elettorale. Voteremo con il Porcellum e i candidati li sceglieranno Berlusconi e Bersani. Il fallimento della trattativa per cambiare la legge elettorale (se di trattativa si sia mai davvero potuto parlare) sta nelle parole pronunciate oggi da Roberto Calderoli, incaricato della mediazione tra le forze politiche: "Rinuncio al mio compito. Posso salvare un ferito, ma non resuscitare un morto. Andare oltre, sarebbe solo accanimento terapeutico". Ed è stato il segretario del Pdl Angelino Alfano, nel tardo pomeriggio, a confermare lo stallo assoluto: l'approdo in aula della riforma della legge elettorale, inizialmente previsto per mercoledì 5 dicembre, slitterà anche a causa del dibattito sul decreto sviluppo. Pd: no alla bozza Quagliariello - L'ultima bozza gettata nell'arena è stata, questa mattina, quella del vicepresidente dei deputati Pdl, Gaetano Quagliariello: prevede un premio di maggioranza secco di 50 deputati alla coalizione che raggiunga il 40% delle preferenze. Soglia già di per se difficile (se non impossibile) da raggiungere e che, sommata al premio (che tradotto in percentuale equivale a poco più dell'8%) non garantirebbe necessariamente la maggioranza. Qualora nessuna coalizione raggiunga il 40%, il premietto fisso dei 50 scatterebbe a favore del partito che raggiungesse il 30% delle preferenze. Il Pd l'ha respinta nettamente, di fatto ponendo fine alle trattative. Domani, infatti, l'aula di Palazzo Madama avrebbe dovuto votare una proposta "condivisa" (secondo l'auspicio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) da inviare quindi a Montecitorio. Vantaggi per tutti - "Per noi sono importanti la governabilità, la stabilità e i tetti di spesa. La possibilità di accordo sulla legge elettorale non dipende, come sostengono Gasparri e Quagliariello, da 2 o 3 seggi in più per il premio al primo partito. Fosse così sarebbe semplice. Le questioni sono purtroppo altre", ha commentato Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd. "Già dalla seduta di commissione di lunedì sera - spiega - abbiamo assistito ad un affondo da parte del Pdl contro rigorosi limiti ai costi delle campagne elettorali. Per noi, contrari alle preferenze, è essenziale invece mettere tetti di spesa e limiti che impediscano fenomeni di corruzione, evitino scandalosi sperperi, garantiscano libera competizione, difendano dalle infiltrazioni criminali". L'esito fallimentare della trattativa, però, non sorprende. Al Pd il "Porcellum" non dispiace (fatto salvo l'aspetto delle preferenze) perché garantirebbe alla sua coalizione 340 deputati e quindi una maggioranza netat alla Camera. Berlusconi, da parte sua, preferisce tenersi l'attuale legge elettorale per avere di fatto carta bianca sulla formazione delle liste elettorali.  

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