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Sì all'Election Day, si vota il 10 marzo

Bersani e Napolitano

Posticipata la data delle consultazioni in Lombardia, Lazio e Molise: vuol dire che anche le politiche si terranno nello stesso giorno. Sì all'Election Day, vince il Pdl

Andrea Tempestini
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Ed Election day sarà. Il summit al Quirinale ha stabilito che le regionali in Lazio, Lombardia e Molise si terranno il 10 marzo (una decisione a cui la decisione del Consiglio di Stato che ha sospeso la sentenza del Tar sul voto in Lazio ha spianato la strada). Vengono posticipate, dunque, rispetto al mese di febbraio, inizialmente previsto: un segnale chiarissimo, l'Election Day con tutta probabilità ci sarà. Manca la conferma ufficiale, ma la nuova calendarizzazione del voto nelle Regioni conferma che al Colle è passata la linea del Pdl, nonostante le resistenze di Giorgio Napolitano. Esulta su Twitter il segretario azzurro, Angelino Alfano: "Bene il comunicato del Quirinale. Si va verso l'ecetion day, prevale buonsenso, prevalgono le nostre buone ragioni. Risparmiati 100 milioni". Il leader del Pdl dà per scontato che sia passata la mediazione proposta dal Pdl, contraria allo spreco quantificato in 100 milioni (il ministero dell'Interno sostiene invece che senza Election Day le spese lievitino di 50 milioni). Bersani e Napolitano sconfitti - Dopo giorni di discussioni, attacchi, anatemi e proposte, i principali esponenti delle istituzioni, nel vertice al Quirinale, hanno trovato la quadra: al "summit" erano presenti Napolitano, i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini e il premier Mario Monti. Il "conclave" si è pronunciato sulle Regionali, sdoganando di fatto l'Election day. Una sconfitta per Napolitano e per il leader del Pd, Pierluigi Bersani. Il Capo dello Stato, infatti, aveva a più riprese ripetuto che "non ci sono le condizioni per anticipare il voto delle politiche", originariamente previsto in aprile; inoltre non voleva investire il nuovo esecutivo proprio a ridosso della scadenza del suo mandato (ma se il voto si terrà il 10 marzo, l'incombenza spetterà proprio a Re Giorgio). Bersani, da par suo, premeva per votare prima alle Regionali e poi alle politiche, per poter sfruttare l'onda lunga di una probabile vittoria alle consultazioni locali. Al Colle si mastica amaro - E che Napolitano mastichi amaro, è chiaro anche dal messaggio diffuso dal Quirinale dopo la decisione, in cui viene scritto che "si ricorda che il Capo dello Stato aveva rilevato il 3 novembre scorso la carenza, fino a quel momento, di condizioni oggettive e di motivazioni plausibili per un'anticipazione sia pur lieve della convocazione delle elezioni politiche. Si attende dunque - prosegue la nota - il verificarsi delle condizioni opportune per la decisione che la Costituzione riserva al Capo dello Stato". Legge di stabilità e "Porcellum" -  Restano ancora due nodi da sciogliere. Il primo, relativo alla legge di stabilità, una delle priorità per il Quirinale, il cui varo definitivo è previsto a breve. Il secondo, invece, è relativo alla riforma del "Porcellum". Ora, i tempi tecnici per la riforma della legge elettorale si accorciano, e crescono esponenzialmente le possibilità che si vada al voto con lo stesso sistema del 2008. Un boccone amarissimo per Napolitano, che lotta da tempo per la riforma elettorale. "Subito la riforma elettorale" - Re Giorgio, però, non molla. Nel comunicato diffuso dopo l'incontro al Quirinale rilancia, auspicando che si arrivi a una riforma elettorale prima delle elezioni: "L'esigenza di regole più soddisfacenti per lo svolgimento della competizione politica a a garanzia della stabilità di governo, e le aspettative dei cittadini per un loro effettivo coinvolgimento nella scelta degli eletti in Parlamento, rendono altresì altamente auspicabile la conclusione - invano a più riprese sollecitata dal Presidente della Repubblica - del confronto in atto da molti mesi per una riforma della legge elettorale". E ancora: "Il Capo dello Stato ha richiamato l'orientamento e l'impegno a concordare tale riforma che erano risultati già dagli incontri da lui tenuti alla fione dello scorso mese di gennaio con gli esponenti dei cinque partiti rappresentati in Parlamento".  "Una conclusione costruttiva" - Napolitano, infine, ha espresso l'auspicio che si proceda verso "una costruttiva conclusione della legislatura ancora in corso, così da portare avanti la concreta attuazione degli indirizzi e dei provvedimenti definiti dal governo e approvati in Parlamento. Adempimenti - prosegue la nota - prioritari e ineludibili nel corso delle prossime settimane appaiono comunque l'approvazione finale in Parlamento della legge di stabilità e quindi quella della legge di biliancio per il 2013". Secondo Napolitano, la conclusione della legislatura deve essere costruttiva anche per la "serietà dei problemi che il paese ha di fronte all'acutezza di fenomeni di disagio sociale che si vanno manifestando".

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