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Berlusconi fa la corsa su Bersani: "Se vince lui farò qualcosa"

Cav stizzito con Alfano: "La battuta su Scalfari poteva risparmiarsela". Con Renzi sarà rinnovamento, altrimenti...

Giulio Bucchi
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  di Salvatore Dama «Quel paragone poteva anche risparmiarselo...». Raccontano di un Silvio Berlusconi contrariato per la similitude trovata da Angelino Alfano («È il fondatore, il nostro Eugenio Scalfari»). In effetti tutto ciò che orbita intorno al Gruppo Espresso è terreno minato. E il Cavaliere si è infastidito nel sertirsi accostato, in tv, a chi «mi ha depredato di cinquecento milioni di euro». Ma per il momento l'ex presidente del Consiglio ha deciso di lasciar fare al segretario del Pdl. Eviterà di rintuzzarlo a ogni passo. Berlusconi ha rinviato ogni decisione sul suo futuro in politica - disimpegno o ri-discesa in campo - a dopo le primarie del Partito democratico. Quando conoscerà il profilo dell'alter ego, deciderà il da farsi. Se dovesse vincere Matteo Renzi si innesterà una spinta verso il ricambio generale della politica e Silvio non ha intenzione di respingere la new wave. Potrebbe essere la motivazione che gli manca per lasciare definitivamente campo ad Angelino Alfano dedicandosi al Milan («È un disastro, me ne devo occupare personalmente») e alla propria recente infatuazione per l'Africa. Ovvio: giudici e sentenze permettendo. Se invece dovesse prevalere la vecchia guardia democratica, allora l'ex premier si scrollerebbe di dosso la sensazione di essere modernariato politico: Pier Luigi Bersani è più vintage di lui. Silvio, nel qual caso,  ha in testa l'idea di ricostruire il centrodestra a prescindere dal Pdl («Se lo tengano Angelino e gli ex An») con la fondazione di nuove liste: anche ieri, ad Arcore, ha continuato a visionare curricula di imprenditori, manager, professioni. Le famose facce nuove.  Leggi l'articolo integrale di Salvatore Dama su Libero in edicola oggi, martedì 13 novembre    

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