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Esodati, ci risiamo: "C'è l'accordo".Esclusi licenziati da imprese fallite

Giulio Bucchi
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Esodati, forse è la volta buona. Governo e maggioranza hanno trovato l'accordo sulla questione che ha già fatto fare diverse figuracce al ministro del Welfare Elsa Fornero e all'esecutivo. Sabato l'annuncio dell'emendamento che garantiva la copertura economica per i soggetti tutelati, domenica il brusco stop della Ragioneria di stato, che giudicava la copertura "insufficiente". Oggi, altro annuncio con la modifica all'emendamento alla legge di stabilità e il viceministro Michel Martone che esulta: "E' stato fatto un importante passo avanti". "Qualora le risorse del fondo attualmente a disposizione non dovessero bastare - ha spiegato ancora Martone -, scatterà una clausola di copertura secondo la quale le risorse saranno invece reperite dalla deindicizzazione delle pensioni il cui importo è sei volte superiore il minimo". Le modifiche - In sostanza, cosa cambia? La nuova formulazione dell'emendamento già stoppato dalla Ragioneria "consente di utilizzare tutte le risorse a disposizione per la risoluzione di alcuni casi specifici", spiega Martone. Innanzitutto, però, ci sono modifiche alla platea dei soggetti in questione: verranno esclusi dalle tutele gli esodati che sono stati licenziati prima del 2011 in seguito al fallimento dell'impresa per la quale lavoravano. Nell'emendamento presentato sabato scorso dai relatori Pierpaolo Baretta (Pd) e Renato Brunetta (Pdl) nella platea degli esodati era compresa anche la suddetta tipologia di lavoratori rimasti senza impiego. Come spiegano fonti del Governo, chi è stato licenziato per il fallimento dell'azienda non ha subito un 'esodo'. E' stata invece introdotta come categoria protetta quella di chi è entrato in mobilità entro il 4 dicembre 2011. Le risorse - Per i nuovi esodati sono in arrivo 333 milioni di euro nel triennio 2013-2015. In particolare sono previsti 64 milioni nel 2013, 134 milioni nel 2014 e altri 135 nel 2015. Per gli anni successivi le somme stanziate sono pari a 107 milioni nel 2016, 46 nel 2017, 30 nel 2018, 28 nel 2019 e 10 a partire dal 2020. Complessivamente, secondo i calcoli contenuti nella proposta di modifica, le risorse complessive previste al 2020 sono pari a 554 milioni.

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