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"Una grande giornata di politica"Formigoni di prende la rivincitae punta alle primarie del Pdl

Il governatore lombardo manda a casa il Consiglio regionale, si voterà a dicembre o gennaio. Battuti Lega e big azzurri che volevano elezioni ad aprile

Matteo Legnani
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  Su una cosa, il segretario lombardo della Lega Matteo Salvini ha ragione: Roberto Formigoni e Twitter sono diventati inseparabili. Sarà merito (o colpa) della sua giovane portavoce Gaia carretta, chissà. Fatto è che ieri il governatore lombardo ha "cinguettato" una media di una volta l'ora. Facendo una sorta di cronaca in diretta della giornata politica del Pirellone, nella quale il celeste si giocava, come si dice, la "buccia". Dopo il giravolta della Lega, che dopo il faccia a faccia Maroni-Alfano gli aveva dato via libera salvo staccargli la spina appena poche ore più tardi, e con i big del pdl (da Alfano alla Santanchè) che gli avevano voltato le spalle premendo per elezioni ad aprile, alleanza con la Lega e Maroni candidato, la sua credibilità politica era ridotta al lumicino. Formigoni, però, con le spalle al muro ha tenuto duro continuando a pretendere dai suoi consiglieri dimissioni subito per votare "al più presto" e pigiando sul pedale dell'"andare da soli". Ieri era la giornata decisiva: un voltafaccia dei consiglieri avrebbe probabilmente posto fine alla sua carriera politica. Invece, a metà pomeriggio, dopo aver approvato la modifica della legge elettorale come voleva proprio Formigoni, l'aula del Pirellone si è effettivamente dimessa, aprendo la strada al voto in dicembre o al massimo in gennaio: il presidente è riuscito a mandare a casa il Consiglio e non se stesso. Ed è triuscito a scrollarsi di dosso qualunque paragone con il Lazio dei Fiorito e delle Polverini, dove invece ogni decisione sulla data del voto è ben lungi dall'essere presa. La cronaca, su Twitter: "Il tempo del Consiglio scade oggi, ostruzionisti non si illudano" cinguettava il governatore in tarda mattinata. "seduta sospesa, si riprende alle 14.30 con gli interventi" un'ora dopo. "Parlato con ministro Cancellieri, alla luce dello scioglimento odierno del Consiglio, governo fisserà elezioni il 16/12 o il 27/01" due ore più tardi. Alle 14.30: "Seduta ripresa, discorso chiaro del capogruppo Pdl Valentini, o si vota legge elettorale o dimissioni subito". Ore 15.30: "Forse ostruzionisti i arrendono, si va verso voto eliminazione listino e dimissioni entro due ore". Ore 16: "Listino abolito, consiglieri Pdl si sono dimessi. Siamo politici di parola, ora elezioni subito". Ore 23: "E' stata una bella giornata, di grande politica, e ne siamo stati protagonisti. Alla faccia dei tanti che hanno remato contro, ora muti!" si sfoga il governatore. Poi, in piena trance agonistica: "Il risultato di oggi in Lombardia può cambiare il centrodestra in Italia". Già, perchè ora Formigoni ha le carte in mano per trattare (o forse no) il candidato da lanciare alle imminenti regionali. Si sa che il suo cavallo preferito è l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini. Lui, il governatore, guarda già alle primarie del Pdl per la scelta del candidato premier. E' una vita che le aspetta.  

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