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Il processo sui diritti televisivi: leggi la scheda

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Sei anni di lunghezza, fino alla richiesta dell'accusa dello scorso giugno: tre anni e otto mesi

Matteo Legnani
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Il processo sui diritti televisivi nasce come un folone del processo All Iberian (finanziamenti illecito al Partito socialista) e riguarda due società estere collegate alla Silvio Berlusconi Finanziaria (società lussemburghese), la Century One e la Universal One. Sui conti di tali società hanno lasciato l'ultima traccia, secondo l'accusa, i fondi neri "distratti su conti bancari in Svizzera, Bahamas e Montecarlo nella disponibilità degli indagati e gestiti da fiduciari di Berlusconi". La cresta sulla compravendita dei diritti di film made in USA avveniva, secondo l'ipotesi accusatoria, in modo illegale: Mediaset non li comprava direttamente ma da società offshore (Century One e Universal One e altre come la Wiltshire Trading e la Harmony Gold) che a loro volta li cedevano ad altre società gemelle, facendo lievitare il prezzo ad ogni passaggio. La differenza tra il valore reale e quello finale consentiva di mettere da parte fondi neri. Berlusconi avrebbe intascato fondi neri (280 milioni di euro in dollari, lire, franchi francesi e svizzeri e fiorini olandesi) in nero, senza pagarvi le tasse e frodando i propri azionisti (falso in bilancio). Ma la difficoltà maggiore per i PM è stato capire come avvenivano tali operazioni, considerato che il premier ha lasciato tutte le cariche sociali nel 1993. Berlusconi avrebbe continuato a occuparsi delle società tramite prestanome. L'ipotesi accusatoria è suffragata dalle testimonianze di Carlo Bernasconi (capo della Silvio Berlusconi Communications), Oliver Novick (responsabile della Direzione Corporate Development) e Marina Camana (segretaria di Bernasconi che, secondo le rivelazioni dell'Espresso, ha raccontato proprio che le indicazioni per gli acquisti venivano da Arcore). Il 18 giugno 2012 i pubblici ministeri Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro avevano chiesto al giudice una condanna di 3 anni e 8 mesi per frode fiscale di 7,3 milioni di euro

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