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Zoia la segretaria fa tremare l'Emilia: dopo Bersani fa tremare Errani

L'ok al contratto dell'assistente del segretario Pd, indagata per truffa alla Regione, è arrivato dal capogabinetto del governatore

Giulio Bucchi
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di Roberta Catania Sono due gli indagati. Ma nell'ambiente giudiziario non hanno dubbi, al centro dell'inchiesta c'è lei, Zoia Veronesi, la segretaria storica di Pier Luigi Bersani. Oggi sarà interrogata dai pm di Bologna per rispondere dell'accusa di truffa aggravata, perché sospettata di avere percepito lo stipendio dalla Regione Emilia Romagna per un anno e mezzo pur non avendo lavorato per l'ente locale in quel periodo. In quei 18 mesi, secondo gli inquirenti, Veronesi si occupava esclusivamente dell'agenda del Pier, a Roma, proprio grazie a un incarico creato su misura per lei negli uffici bolognesi di via Aldo Moro: “dirigente professional”, con l'incarico di curare i rapporti con le istituzioni centrali e il Parlamento. A mettere la firma alla «determina» con cui l'ombra del leader del Pd arrivò a guadagnare 130mila euro di stipendio annuo, più 12-13mila di rimborsi per le missioni nella Capitale, fu Bruno Solaroli, l'ex capo di gabinetto di Vasco Errani. Per questo la sua iscrizione nel registro degli indagati, per abuso d'ufficio, è un atto dovuto. Tra l'altro nel suo caso non sono previsti interrogatori. È da Veronesi che gli inquirenti aspettano spiegazioni e oggi sperano di ottenerle.  Leggi l'articolo integrale di Roberta Catania su Libero in edicola oggi, venerdì 26 ottobre

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