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Berlusconi in pensione? No, fa già il regista: "Vorrei la Marcegaglia"

Giulio Bucchi
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  di Salvatore Dama Agli amici Silvio Berlusconi rivela uno senso di rilassatezza mentale: «Mi sento libero, non ne potevo più, le responsabilità politiche erano diventate insopportabili». Uno stato di grazia molto simile a quello che descrisse il giorno dopo l'addio a Palazzo Chigi: era novembre 2011. Poi - ed è il film di quest'anno - ci aveva ripensato lasciandosi sedurre dalla prospettiva di una nuova campagna come candidato a premier. Fino a mercoledì sera. E a quella lunga nota di commiato. Abituarsi a una politica senza Berlusconi. Bisogna proprio? In realtà da Palazzo Grazioli arrivano segnali non del tutto coerenti. È vero: sono molti i testimoni dell'exit strategy (...) Contemporaneamente ha rassicurato: non ha un biglietto di sola andata per Antigua. «Non scompaio, non mi ritiro dalla politica, starò solo un po' più dietro alle quinte, darà un contributo diversamente», ha spiegato mercoledì sera ospite a casa di Alessandra Mussolini per il suo anniversario di matrimonio. (...) Circolano anche altre versioni. Quella secondo cui l'opzione berlusconiana non è definitiva. E che il Cavaliere sta testando la reazione della gente al suo ritiro. O quella per cui Silvio avrebbe trovato il “Renzi” di centrodestra a cui affidare la propria eredità politica. Specie se Angelino Alfano dovesse fallire la missione delle elezioni siciliane (in Transatlantico gira voce di  nuove avances berlusconiane a Emma Marcegaglia).   Leggi l'articolo integrale di Salvatore Dama su Libero in edicola oggi, venerdì 26 ottobre    

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