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Napolitano tifa il Monti Bis, o comunque meglio Renzi di Bersani

Il presidente: "Al voto gli italiani tengano presente l'esperienza di governo". Mario glissa, in alternativa al Colle piace Matteo: ecco perché

Giulio Bucchi
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  Giorgio Napolitano tifa per il Monti bis. Forse non era un segreto, ma oggi il capo del Quirinale lo ha di fatto detto fuori dai denti. Quello che non dirà mai, probabilmente, è che sotto sotto al vecchio Giorgio non dispiacerebbe vedere a Palazzo Chigi, in alternativa, il giovane rottamatore del Pd Matteo Renzi, con tanti saluti all'ex compagno comunista Pierluigi Bersani. E Mario Monti come la prenderà? A un giornalista austriaco che gli chiedeva della possibilità di restare premier, il Professore ha risposto il suo solito humour molto europeo: "Relax, please". Per conferme, passare un'altra volta. Da l'Aja, dove ha incontrato il premier olandese Mark Rutte (e da dove ha rassicurato sulla tenuta dei conti italiani), Napolitano si è augurato che gli italiani, votando ad aprile per le politiche, tengano conto della "importantissima esperienza di governo" dei tecnici. Come dire: non rovinate tutto votando chi l'agenda Monti la vuole cambiare o ribaltare tout court. D'altronde già martedì dal Colle avevano fatto sapere che "dal rigore non si torna indietro". Certo, oltre agli elettori i problemi verranno dai partiti e dalla legge elettorale, anche se Napolitano ha sottolineato come pure la migliore legge elettorale "non possa garantire automaticamente la soluzione di un governo stabile, che è il risultato di scelte e accordi politici". Chi vincerà le elezioni, dunque, dovrà impegnarsi a seguire la linea tracciata dai tecnici. E a sinistra il candidato che più di tutti dà rassicurazioni in questo senso sarebbe Renzi. Come ha ricordato Massimiliano Scafi su Il Giornale, non è un caso se nella sua squadra il sindaco di Firenze abbia inserito molti uomini assai vicini sia al Quirinale. Alfredo Mazzei, per esempio, ha spostato molti dalemiani dalla parte dell'anti-Bersani e da ex tesoriere del Pd di Napoli e vicepresidente delal fondazione Mezzogiorno Europa, voluta proprio da Napolitano, è fedelissimo del presidente. Altro della lista è Umberto Ranieri, responsabile per il Mezzogiorno dei democratici e firmatario di quell'agenda che vorrebbe impegnare il partito a seguire - guarda un po' - la linea Monti. Insieme a lui ci sono Piero Ichino, Giorgio Morando, Paolo Gentiloni. Forse equidistanti da Renzi e Bersani, di certo equivicini al Colle.  

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