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L'inchiesta si allarga, tremano tutti i partiti

La Procura di Roma vuole setacciare il bilanci dei partiti del Lazio: la Corte di Conti aveva già messo nel mirino l'Udc

Lucia Esposito
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  L'inchiesta sui fondi regionali si allarga e fa tremare tutti i partiti. L'inchiesta della Procura di Roma, nell'ambito della quale per il momento resta indagato solo Fiorito, si sta concentrando proprio sul funzionamento dell'assegnazione dei fondi regionali e sulla ricostruzione del percorso degli 8 milioni di euro (uno dei quali finito nei conti di Fiorito) transitati nelle casse del Pdl. È per questo che giovedì i finanzieri del Nucleo di Polizia Valutaria hanno effettuato un blitz alla Pisana, chiedendo ai funzionari dell'ufficio di presidenza del Consiglio informazioni dettagliate sulle procedure.  Altri sospetti Ieri mattina, a piazzale Clodio, c'è stato un vertice tra magistrati e investigatori, che adesso puntano ad allargare i controlli a tutti i bilanci dei gruppi alla Regione. Sotto la lente potrebbero finire i 195mila euro della Lista Polverini spesi in bar e ristoranti, i 119mila dell'Udc per gli alberghi, i 27mila che il Gruppo Misto ha speso per un'Audi. Insomma, la faccenda del “Sistema Lazio” sta facendo tremare i tesorieri di tutti i partiti. I radicali si sono precipitati in Procura, hanno portato i loro bilanci, non vogliono ombre. Ma la bufera scatenata dal caso Fiorito non è l'unica a portare nuvoloni sulla Pisana. Soprattutto per l'Udc, bacchettato dalla Corte dei Conti in un rapporto, del luglio scorso, sui rimborsi elettorali e sui finanziamenti per quasi 21 milioni di euro dai privati per le elezioni regionali del 28 e del 29 marzo 2010. Seicentosettantasette pagine in cui i giudici contabili, pur non risparmiando nessuno, hanno ammonito soprattutto il partito di Pierferdinando Casini, che ha dichiarato finanziamenti da parte di 39 società documentandone solo 14.   

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