Primarie Pd, la carica dei candidatiFanno tutti il gioco di Renzi
Ogni giorno spunta un nuovo nome per la corsa alla premiership: ma il caos favorisce il sindaco rottamatore
Primarie Pd nel caos. Una vera e propria babele per elezioni ancora senza regole e senza data. Dopo l'uscita di Nichi Vendola che pensa di ritirarsi dalla competizione in quanto pensa a primarie del centrosinistra e non del Pd, fioccano le candidature, ogni giorno spunta il nome di un candidato papabile e aumenta la confusione in un quadro che di per sé è già molto confuso. Basti pensare all'assenza di una legge elettorale e, se alla fine la legge elettorale non c'è, nel parito ci si chiedo che senso hanno le primarie di coalizione. Oltre a Pierluigi Bersani che ha convocato per il 6 ottobre un'assemblea di partiro e al sindaco di Firenze Matteo Renzi, spuntano ogni giorni nuovi nomi. La terza incomoda alle primarie è Laura Puppato, l'ex sindaco di Montebelluna alla ricerca di voti di donne e grillini. A candidarsi ufficialmente anche Bruno Tabacci, assessore al comune di Milano e esponente Api. Stefano Boeri, assessore al Comune di Milano è ai nastri di partenza: aspetta le regole per ufficializzare la sua corsa per le primarie. Pippo Civati, dalle pagine di Repubblica, si è detto pronto a scendere in campo ha già lanciato "occupyprimarie" e decide tra una settimana. Rosy Bindi scioglierà la riserva domenica sera. In forse i veltroniani Giorgio Tonini, Enrico Morando e Pietro Ichino. Poi ci sono il socialista Riccardo Nencini e Valdo Spini, ex ministro e capogruppo di una lista civica al Consiglio comunale di Firenze all'opposizione della giunta di Matteo Renzi. In nome dell'Europa sembra pronto a candidarsi anche Sandro Gozi, prodiano ed europeista il quale dice chiaramente: "Il problema non è che si siano tanti candidati è che non si capisce con quali idee. Se c'è una corsa ad avere il proprio quarto d'ora di gloria, allora resettiamo tutto e facciamo un congresso anticipato". Bersani cerca di frenare spiega che "le primarie appassioneranno i cittadini, li riconcilieranno almeno un po' con la politica sempre che le teniamo in un ambito serio, non sono un bilancino interno. Scettico il leader dei popolari Giuseppe Fioroni: "Crescono i candidati, siamo oltre la torre di Babele, siamo all'Armata Brancaleone. Le primarie siamo serie altrimenti perdiamo le elezioni vere". Il punto è che questa Babele di candidati non fa che favorire il sindaco rottamatore perché tutti i voti che confluirebbero su Bersani saranno "mangiati" dai vari candidati.