Da Andreotti a Monti: quelli in carica
Il record si toccò durante il settennato di francesco Cossiga, quando erano undici. Scalfaro non ne nominò nessuno
L'uscita di Beppe Grillo è quanto meno indelicata e imprecisa: il comico-blogger genovese ha infatti detto che "i senatori a vita non muoiono mai", dimenticando la scomparsa, meno di due mesi fa, di Sergio Pininfarina. Con la sua morte i senatori a vita in carica nella sedicesima legislatura sono scesi a cinque: il 92enne ex numero uno di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi lo è "di diritto", in quanto ex presidente della Repubblica, dal maggio 2006. Poi ci sono quelli "di nomina presidenziale" per aver "illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario", come dice il comma 2 dell'articolo 59 della Costituzione: il 93enne più volte presidente del Consiglio e ministro Giulio Andreotti, che lo è dal giugno 1991 (a nominarlo è stato Francesco Cossiga), la 103enne scienziata Rita Levi Montalcini (dall'agosto 2001, nominata dal Carlo Azeglio Ciampi), il 92enne più volte ministro Emilio Colombo (dal gennaio 2003, nominato anche lui da Carlo Azeglio Ciampi) e l'attuale presidente del Consiglio in carica Mario Monti (nominato da Giorgio Napolitano nel novembre 2011, pochi giorni prima di fare il suo ingresso a Palazzo Chigi), che è di gran lung il giovane del gruppo coi suoi 69 anni. In dottrina si è posto il problema se il limite di cinque senatori a vita per merito fissato dal già citato art. 59 comma 2 sia da intendersi come limite massimo di nomine a disposizione di ciascun Presidente oppure limite massimo di senatori a vita presenti in Senato. I diversi presidenti, in epoca recente, hanno dato interpretazioni diverse: Pertini e Cossiga hanno propeso per la prima, e proprio durante il settennato del "picconatore" si toccò il tetto massimo di senatori a vita nella storia repubblicana: ben 11. Scalfaro, invece, si attenne alla seconda interpretazione, non nominando alcune senatore nel corso dei suoi sette anni al Quirinale.