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Il governo stanga la sanitàFormigoni: "No tagli a cazzium"

Le Regioni, sul piede di guerra per il taglio ai posti letto e al Fondo sanitario nazionale previsti nei tagli alla spesa, vedono il ministro Balduzzi

Matteo Legnani
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Circa 30mila posti letto in meno negli ospedali pubblici italiani, con un rapporto di 3,7 posti letto per mille abitanti contro gli attuali 4,2. E' quanto prevede la bozza del dl sulla spending review. In sostanza, i posti letto passeranno da 252mila a 222mila. Conseguentemente a tale riduzione, anche attraverso una verifica, sotto il profilo assistenziale e gestionale, della funzionalità dei piccoli ospedali pubblici "è promosso l'ulteriore passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno e dal ricovero diurno all'assistenza in regime ambulatoriale, favorendo l'assistenza residenziale e domiciliare". I piccoli ospedali saranno drasticamente tagliati: veranno chiusi tutti quelli con meno di 120 posti letto. A rischio, dunque, 216 strutture. Sempre da fonti ministeriali si precisa che tra le ipotesi al vaglio c'è anche la chiusura dei piccoli ospedali con meno di 80 posti letto e la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti l'anno. Misura quest'ultima già precedentemente concordata nella Conferenza Stato-Regioni ma mai attuata. Il risparmio atteso sarà di corca 5 miliardi di euro in due anni. Nel dettaglio sono previste minori spese per un miliardo nel 2012, 2 nel 2013 e 2 nel 2014. Oggi il ministero della Salute, il ministro Renato Balduzzi incontrerà le Regioni. E chi si è già fatto sentire in proposito è il governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: il quale in un tweet ha abbandonato i toni pacati e il linguaggio irreprensibile che sempre lo accompagnano: "Si discute di tagli. Sacrosanto abbattere la spesa. Ma non tagli lineari che colpiscono chi è già virtuoso. Sbagliato tagliare a cazzium". Il governatore lombardo si è detto contrario "al taglio del fondo sanitario nazionale, tra altro a metà anno, che oggi comporterebbe il taglio dei servizi ai cittadini, soprattutto ai meno abbienti. Se ci tagliano i fondi non devono nascondersi dietro un dito ma dire quali prestazioni non dobbiamo più dare". Polemica anche la collega laziale Renata Polverini: "Il provvedimento che ci preoccupa molto, perchè non possiamo permetterci di abbassare i livelli essenziali delle prestazioni in un momento così difficile per il nostro Paese".  

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