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Pdl e Pd, si tratta sul Provincellum. Ma gli ex An sono in rivolta

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Berlusconi e i suoi convinti sulla legge elettorale che piace anche a Bersani. Maggioritario salvo e niente preferenze. I falchi non ci stanno

Giulio Bucchi
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Niente presidenzialismo, niente Porcellum. La via delle riforme ora passa per il Provincellum. Ne è convinto Silvio Berlusconi, che dopo aver incassato il no della Commissione del Senato sull'elezione diretta del Capo dello Stato ha chiarito ai suoi fedelissimi, nella riunione di martedì sera a Palazzo Grazioli, che l'unica strada percorribile per una nuova legge elettorale è quella che porta all'applicazione del sistema già in uso per le elezioni provinciali. Su questo punto l'intesa tra il segretario Pdl Angelino Alfano e il collega democratico Pier Luigi Bersani c'è già, o quasi. Il Provincellum, infatti, rappresenterebbe il male minore per tutti ridando agli elettori la possibilità (minima) di scelta senza però compromettere il maggioritario e reintrodurre le preferenze. Lasciando, dunque, ampio potere ai partiti nella composizione delle liste. Sulle quote da assegnare ai collegi e alle liste bloccate, però, l'accordo è lontano. Anche all'interno del Pdl, dove in realtà i falchi ex An sono sul piede di guerra: loro rivogliono le preferenze che però Alfano rifiuta per non rompere la trattativa con il Pd.   Leggi l'articolo integrale di Barbara Romano su Libero in edicola oggi, mercoledì 4 luglio 

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