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Lo ammette anche il prof Monti:l'Europa? Carrozzone immobile

La Ue? Un carrozzone immobile

Il premier: "Servono risposte in tempi rapidi" ma "presto è una parola che mal si concilia concilia con la Ue"

Andrea Tempestini
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Mister Europa ammette che l'Europa è un carrozzone ingestibile e impantanato. Il premier Mario Monti prima ribadisce che "la ripresa dell'Italia e l'uscita dal tunnel della recessione dipenderà molto da quello che deciderà la Ue in materia di crescita", e nel corso della medesima intervista concessa al Tg1 spiega che "presto è una parola che mal si concilia con la complessa e pesante realtà europea". In estrema sintesi: l'emergenza economica è in pieno svolgimento, ma il Vecchio Continente non sarà in grado di fornire risposte tempestive. Questa non è certo una novità (abbiamo visto decine di vertici inutili e infruttuosi), ma fa un certo effetto sentirlo ammettere da Mister Europa, il premier che ci è stato imposto dai mercati, dalla Bce e dall'intellighenzia finanziaria del Vecchio Coninente. La crescita - "La risposta che mi piacerebbe poter dare presto - ha spiegato Monti -, dipenderà moltissimo da ciò che riuscirà a fare l'Europa: riuscirà a evitare una nuova crisi greca o a innescare un nuovo meccanismo di crescita? La nostra uscita dal tunnel dipenderà moltissimo da quello che avverrà in Europa in termini di misure per la crescita. Evitare il precipizio è dipeso soprattutto da noi e ha comportato misure molto dure, uscite dal tunnel della recessione per vedere la luce, riguarda noi, e molte riforme le abbiamo già fatte con questo scopo, ma dipende moltissimo da cosa farà il resto dell'Europa". "Presto non esiste" - Parole chiare, quelle del Prof, secondo il quale il destino del Belpaese è in mano al Vecchio Continente: o ci si decide a fiaccare il diktat del rigore e a puntare sulla crescita, o tutto potrebbe essere perduto. Ma è quanto aveva dichiarato pochi secondi prima a mettere in evidenza, per contrasto, il sospetto che cova anche il premier. Si dibatteva dell'introduzione degli eurobond, e Monti spiegava: "Non è ancora una cosa per domani, rimangono riserve da parte tedesca e nessuno vuole fare misure che siano un pugno nell'occhio di un altro importante paese, abbiamo bisogno di coesione". Quindi una battuta sulle tempistiche con cui potrebbero essere lanciati i titoli di debito comuni: "Presto è una parola che mal si concilia con la complessa e pesante realtà europea". Non ci crede più nemmeno il Professore?  

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