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Lega pronta al passo estremo"Lasciamo il Parlamento"

Maroni: "Pronti a nuove iniziative per difendere gli interessi del Nord. Sarà il Congresso a decidere sull'addio a Roma"

Matteo Legnani
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Lo aveva detto anche Umberto Bossi, all'indomani dello scandalo che aveva travolto lui, i suoi figli, il cerchio magico e la Lega parte 1: "Forse Roma ci ha rovinato, forse l'errore è stato entrare in Parlamento" aveva bofonchiato in una delle ultime parole rivolte ai giornalisti prima del grande silenzio che ha preceduto e seguito (almeno fino a oggi) il tonfo padano alle amministrative. Detto da lui, che nel lontano 1987 fu il primo a varvare la soglia dei palazzi romani venendo da allora soprannominato Il Senatùr, fece impressione. Ma il pensiero bossiano deve essere come un tarlo che sta rodendo la testa a più di un esponente del Carroccio. Oggi, infatti, la stessa considerazione  è stata espressa anche da Roberto Maroni, presente al discorso d'investitura del nuovo presidente di Confindustria Squinzi. "Stiamo valutando nuove iniziative per difendere e tutelare gli interessi del Nord" ha detto il triumviro padano. "Negli ultimi dieci anni  abbiamo   tentato di portare il federalismo stando dentro il Parlamento e   soprattutto stando dentro il governo. Nei cinque anni precedenti, ovvero dal '95 al 2000, abbiano tentato la via dell'autoderminazione e  della secessione per arrivare allo stesso risultato e non abbiamo raggiunto l'obiettivo. Ora il congresso valuterà se c'è una terza via, che può anche significare strade diverse rispetto da quelle percorse finora, compresa l'uscita dal parlamento. Il congresso - conclude - si sta attrezzando per  discutere di questi temi, e io la trovo una cosa molto positiva".

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