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Attilio Barbieri: il Nutriscore finisce in soffitta grazie all'Italia e alla Germania

di Attilio Barbieri sabato 1 marzo 2025
Attilio Barbieri: il Nutriscore finisce in soffitta grazie all'Italia e alla Germania

3' di lettura

La Commissione europea è orientata a dire un «no» definitivo al Nutriscore, l’etichetta nutrizionale a semaforo che soprattutto nella versione originale bocciava i campioni del made in Italy a tavola per promuovere molti cibi ultratrasformati. A pronunciarsi sul sistema di etichettatura nutrizionale inventato da un team di ricercatori francesi guidati dal professor Serge Hercberg avrebbero dovuto essere Commissione, Consiglio Ue ed Europarlamento nella scorsa legislatura europea. E a spingere prepotentemente per il sì era l’ex vice della von der Leyen, l’olandese Frans Timmermans, cui si devono quasi tutte le euro-follie contenute nel Green deal. L’opposizione del governo italiano bloccò il processo di ratifica: il nostro Paese riuscì a coagulare una minoranza di blocco, con Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Romania e Grecia, mentre Francia, Spagna, Germania, Belgio e Olanda erano favorevoli.

IL DOCUMENTO
L’orientamento di Bruxelles verso lo stop definitivo all’adozione obbligatoria del Nutriscore, sarebbe confermato dall’indiscrezione raccolta dalla stazione radiofonica francese France Inter che avrebbe preso visione di un documento della Commissione Ue nel quale il responsabile della direzione generale Agricoltura a Bruxelles, Wolfgang Burtsher, afferma che «la prossima proposta sull’introduzione di un sistema nutrizionale armonizzato e obbligatorio per tutti i paesi Ue non copierà nessun sistema esistente». Dunque anche il Nutriscore sarebbe fuori gioco in quanto esiste, eccome, ed è già stato adottato ufficialmente.

Fonti comunitarie vicine al dossier contattate da Libero confermano l’esistenza del documento e pure il senso della dichiarazione resa dal capo della Dg Agri Burtsher, nel corso di un confronto sul tema richiesto da una grande catena della grande distribuzione tedesca. Ed è vero pure che la più forte oppositrice del Nutriscore in Europa è stata Giorgia Meloni, come riferisce sempre Radio France Inter, ma questo non è un mistero e non richiede alcuna conferma, visto che l’etichetta a semaforo avrebbe duramente penalizzato decine di Dop e Igp italiane, incluso l’olio extravergine d’oliva.

Semmai c’è da segnalare che nel fronte dei contrari all’etichetta a semaforo sono confluiti nel tempo eminenti ricercatori e scienziati, perfino in Francia, come il professor Philippe Legrand, direttore del Laboratorio di Biochimica della Nutrizione Umana dell’Agrocampus-Inserm, che ha pubblicato più di un contributo sulla fallacia dell’algoritmo utilizzato dal Nutriscore.

Le reazioni italiane alle indiscrezioni sul «no» della Ue sono tutte o quasi positive. Mentre la Commissione Ue faceva sapere attraverso la portavoce Anna Kaisa Itkonen, di rimanere «impegnata a fornire ai consumatori informazioni trasparenti, in modo che possano fare le loro scelte al supermercato e altrove», il nostro ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida parla di vittoria italiana. «Se quanto riportato da alcuni organi di stampa sarà confermato, si tratterà di una vittoria importante per l’Italia e per il governo Meloni che da sempre si è battuto per le nostre eccellenze contro le indicazioni ingannevoli del Nutriscore», ha ha dichiarato a Il Sole 24 Ore. «Sin dal nostro insediamento», ha aggiunto, «sosteniamo che un sistema di etichettatura non può penalizzare i prodotti di qualità con valutazioni fuorvianti e condizionare il mercato ma informare» E «la Commissione europea sembra finalmente riconoscere le nostre ragioni: continueremo a lavorare per garantire un'informazione chiara e trasparente ai cittadini senza danneggiare le eccellenze del made in Italy».

«PASSO IMPORTANTE»
La partita non è comunque conclusa. Anche se, come conferma il numero uno di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, si tratta di un passo importante, che «confermerebbe quanto Filiera Italia e Coldiretti denunciano da anni: il Nutriscore è un sistema sbagliato, fuorviante e pericoloso perla salute dei cittadini. Attenzione, però», afferma Scordamaglia, «siamo di fronte a un passaggio interlocutorio, non a una decisione definitiva per cui non possiamo abbassare la guardia. Il Nutriscore penalizza le eccellenze della dieta mediterranea e premia i prodotti ultraformulati proprio mentre la comunità scientifica lancia allarmi sempre più chiari sui rischi di tali prodotti ricchi di chimica per la salute umana. Tutto ciò appare ancora più importante essendo questo l’anno della conferenza mondiale Onu per le malattie non trasmissibili in cui i prodotti ultra formulati sono giustamente sul banco degli imputati e le diete a base di ingredienti naturali e distintivi come quella mediterranea i modelli invece da seguire».

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