CATEGORIE

Calessi: l'opposizione alza i toni sullo spionaggio

di Elisa Calessi venerdì 7 febbraio 2025

3' di lettura

Dopo Almasri, un altro intrigo internazionale infiamma le opposizioni, regalando un nuovo fronte di battaglia e un plot che meriterebbe una serie tv. Parliamo del caso Paragon, dal nome dell’azienda israeliana che ha prodotto il software Graphite, entrato, tramite un bug di WhatsApp, negli smartphone di una novantina di persone in tutto il mondo, tra cui sette italiani (nell’elenco ci sono anche il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato e l’attivista Luca Casarini). Una nota di Palazzo Chigi, mercoledì sera, confermava la violazione segnalata da Meta (proprietaria di WhatsApp) agli utenti interessati, ma ha negato che il governo o l’intelligence abbia mai usato questa applicazione per spiare giornalisti o attivisti ostili al governo. Ha poi chiesto all’Agenzia della Cybersicurezza e al Copasir di far luce sulla vicenda.

Nel frattempo si è saputo che Paragon ha interrotto il contratto per violazioni delle norme etiche. Ma non è finita. Un articolo del Guardian, nonostante la smentita del governo, ipotizza che l’esecutivo si sia servito del software per spiare giornalisti scomodi. E così, dopo Almasri, il fronte delle opposizioni è diventato lo spionaggio. Sul piano giudiziario, Casarini ha annunciato che lunedì presenterà un esposto alla magistratura per chiederle di far luce sulla vicenda e soprattutto «accertare chi sono i mandanti». Sul piano politico ieri si sono sommate una serie di iniziative, a livello europeo e nazionale. A Bruxelles il Pd, attraverso Pina Picierno, ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea «affinché spieghi quali misure intende adottare e se intende avviare un’indagine per accertare i responsabili e la portata di questa violazione». Il M5S, dopo quella di giovedì, ha presentato una nuova interrogazione al governo italiano.

Giornalisti spiati, Paragon rescinde il contratto con l'Italia. E la sinistra impazzisce: "Il governo chiarisca"

La Paragon Solutions, la società israeliana produttrice dello spyware Graphite con cui sarebbero state "spia...

«Venire a sapere che ci sono giornalisti italiani che sono stati spiati è un attentato alla libertà di stampa, è un attentato ai diritti di uno Stato democratico», ha tuonato Giuseppe Conte, definendola una vicenda «gravissima». Anche il Pd ha presentato una interrogazione alla presidente del Consiglio, al ministro dell’Interno e della Giustizia, citando l’articolo del Guardian: «Chiediamo che il governo venga al più presto in Aula per chiarire questa vicenda dai contorni molto inquietanti e ancora una volta pericolosi per la sicurezza nazionale». Il Copasir ha fatto sapere che si sta occupando della faccenda. Ma ad Angelo Bonelli, Avs, non basta. «Se la notizia fosse confermata», ha detto, facendo riferimento sempre all’articolo del Guardian, «vorremmo sapere chi sono i soggetti, nell’esecutivo italiano o nelle agenzie alle dirette dipendenze del governo, che utilizzavano il software. Ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio gravissimo: la presidenza del Consiglio, nella nota diffusa, smentiva di aver mai spiato giornalisti e attivisti, senza però rivelare di aver usato Paragon. Oggi, invece, il quotidiano The Guardian fornisce una versione opposta a quella di Palazzo Chigi. Il governo venga in Aula a spiegare pubblicamente quanto accaduto». E lunedì al Parlamento europeo a Strasburgo, ci sarà una conferenza stampa con il direttore di Fanpage.ite Casarini, come ha annunciato l’eurodeputato del Pd Sandro Ruotolo, responsabile informazione dei dem.

Gli spiati ci sono. Però stanno nel Centrodestra

In Italia ogni giorno ha il suo polverone politico, la crisi imminente, lo scandalo a luci bianche e rosse, il gossip is...

Per il governo ha risposto, a sera, Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, assicurando come «la protezione dei giornalisti, così come la cyber-sicurezza, sono due punti centrali dell’azione di governo» e ricordando come «il tema della cyber-sicurezza è centrale nella nostra azione di governo». Ha ricordato che «non c’è solo il tema delle infiltrazioni nell’ambito dei giornalisti, ma anche il tema delle imprese». Pur precisando di non avere «informazioni in merito», ha confermato come il governo sia a conoscenza del fatto «che esistono molti software non solo di provenienza israeliana ma anche cinese che in qualche modo intervengono per esempio nelle chat utilizzate sugli smartphone». Ha concluso che «è un tema molto strategico che prevede una massima attenzione dei dipartimenti di sicurezza e dei servizi italiani e su questo ovviamente le autorità predisposte stanno lavorando». Siamo solo alla prima puntata. 

Luca Casarini e il caso "spionaggio", interviene Palazzo Chigi: "Mai controllati dall'intelligence"

Con una nota, Palazzo Chigi smentisce le notizie circolate su alcuni organi di stampa. Al centro presunte attività...

Guerra ibrida Russia, "cosa fanno esplodere gli 007 di Putin"

Paragon Don Mattia Ferrari, il prete della Ong spiato? La sinistra impazzisce

Botta e risposta Italo Bocchino, sospetti gravissimi su Paragon: "Forse qualche Procura"

tag

Russia, "cosa fanno esplodere gli 007 di Putin"

Roberto Tortora

Don Mattia Ferrari, il prete della Ong spiato? La sinistra impazzisce

Giovanni M. Jacobazzi

Italo Bocchino, sospetti gravissimi su Paragon: "Forse qualche Procura"

Paragon, Carlo Nordio: "Mai nessuna intercettazione, chi ha insinuato ne risponderà"

Marco Bassani: L'europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestual...
Marco Bassani

Patricelli: La verità nascosta dal Pci su chi uccise il Duce

Un cold case da ottanta anni nella ghiacciaia della storia, con un enigma avvolto da un mistero. In attesa che l’e...
Marco Patricelli

Calessi: Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra

Il rosso e il nero a casa della Lega. Sono stati loro, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini, intervistati dal direttore d...
Elisa Calessi

De Leo, Salvini dopo la telefonata con Vance: "Frizioni? Siamo su scherzi a parte"

La telefonata con J. D. Vance e la contrarietà rispetto alle ipotesi di riarmo. Il vicepresidente del Consiglio M...
Pietro De Leo