Buone notizie per tutto il mondo. Sul pianeta attualmente ci sono 56 conflitti, mai così tanti dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, ma possiamo guardare al futuro con ottimismo. Da ieri infatti l’Umbria ha regalato al globo un assessore per la Pace. Si chiama Fabio Barcaioli, è un illustre sconosciuto che in cinquant’anni si è spesso cimentato con la politica ma finora aveva stretto poco, se non la carica di segretario regionale di Alleanza Verdi e Sinistra. Tanto gli è bastato però, secondo il manuale Cencelli umbro, per ottenere il posto in giunta, dove si occuperà pure di Welfare, Istruzione e Lavoro. Riportare la pace sulla Terra è forse stata ritenuta missione troppo semplice per un talento così ben nascosto. E infatti le prime parole di Barcaioli sono destinate a passare alla storia: «Purtroppo c’è questa delega perché sul mondo incombe la guerra, dall’Ucraina alla Palestina. C’è una finanziaria di guerra, con un aumento dei costi per le spese militari a discapito delle politiche sociali». Analisi degna di Gandhi e Nelson Mandela.
Che dire? Da oggi Zelensky può stare tranquillo, Putin ha trovato in Europa un interlocutore di peso, Israele è in una botte di ferro, Gaza diventerà una Svizzera del Medio Oriente e Trump farà bene ad appuntarsi un nuovo numero: 075..., per chi chiama da fuori Perugia. Gli accordi di pace tra Kiev e Mosca si potrebbero intavolare nel minuscolo ristorante che Barcaioli gestisce nel centro di Perugia, l’Osteria numero 13, con recensioni contraddittorie. Lì, la tregua è servita sempre. Si trova nel menù sotto la voce “Dolci della casa”. Metterla sul ridere è il solo modo di prenderla seriamente. Sfilare in testa alla marcia della pace Perugia-Assisi sarà, realisticamente, il compito principale dell’assessore. C’è da augurargli buona fortuna, perché l’evento ricorre inutile e uguale a se stesso da sessant’anni; Barcaioli per distinguersi può solo sabotarlo, un po’ come a Roma sta facendo il sindaco Gualtieri con Capodanno. Per carità, è giusto darsi obiettivi ambiziosi, altrimenti cosa si scende in politica a fare?
Però l’Umbria è ombelico d’Italia in senso geografico, è arduo che il segretario di Avs riesca a farne l’ombelico del mondo in pace. Non ha neppure un locale stellato...
Questa delega è una tipica iniziativa spot della presidente Stefania Proietti da Assisi. In quanto cattolica e pauperista, si ritiene l’erede spirituale del suo pari noto concittadino, San Francesco, santo mite ma fino a un certo punto, in quanto poco incline al compromesso, che oggi pare indispensabile per deporre le armi. Che poi, basta osservare un corteo dove sfilano militanti ed elettori di Avs, con i manichini degli avversari a testa in giù e striscioni trasudanti odio per i nemici politici, per intuire che le vie della diplomazia non passano di lì.
Come colonna sonora i compagni di Barcaioli non hanno il Cantico delle Creature, benché la presidente Proietti l’abbia inserito ufficialmente nel suo programma, strumentalizzando la religione e mischiando sacro a profano.
Sorge il sospetto che inseguire sogni irrealizzabili come la pace nel mondo sia un modo per non fare quello che in Umbria si dovrebbe. L’amministrazione giallo-verde-rossa in un mese ha già detto quattro no: allo snodo stradale di Perugia, per evitare le quotidiane congestioni del traffico tra chi scende dalla Cesena-Roma e chi da Est si sposta sull’Autosole, all’Alta Velocita, già approvata dal ministero, che farebbe arrivare 14 treni Frecciarossa al giorno, alle gare per il trasporto pubblico locale, contro cui i sindacati hanno già indetto otto scioperi e al rafforzamento dell’aeroporto. Meglio inseguire la pace nel mondo piuttosto che collegare l’Umbria al resto del mondo. Avviso ai naviganti: la presidente una cosa forse l’ha azzeccata: il Pd, con il suo capataz locale, Tommaso Bori, ha fatto di tutto per ottenere la Sanità, ma Proietti se l’è tenuta, per affidarla di fatto al suo capo di gabinetto. Scelta tecnica sul tema più delicato.