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Francesco Storace: l'università di Trento vietata ai giovani di destra

di Francesco Storace domenica 17 novembre 2024

3' di lettura

Continuano. Continuano a minacciare, a fare i prepotenti, a impedire il dibattito delle idee perché valgono solo quelle loro. I nuovi truci li abbiamo visto all’opera all’università di Trento dove alcuni gruppi hanno impedito l’accesso agli studenti di destra all’interno dell’ateneo. Questi ultimi erano autorizzati alla loro assemblea, i rossi no. E neanche stavolta possono prendersela col governo, perché a verbale non c’è l’invio di camicie nere da Roma a Trento. Semplicemente c’è attitudine all’arroganza che a sinistra sta diventando un pericoloso elemento distintivo, quasi un requisito di militanza politica.

Persino il rettore, Flavio Deflorian, si è arreso, rivolgendo un messaggio che ha come destinatario i giovani di destra: «Questa è una sconfitta per tutti. I vostri diritti oggi sono stati lesi, quello che è successo non può essere la regola». 

LE VITTIME
Ma resta la ferita, la violenza è stata subita dal gruppo Azione universitaria, una delle liste iscritte alle prossime elezioni dell’ateneo, al quale è stato impedito il volantinaggio all’interno della facoltà di Sociologia. Lo potevano fare, non lo hanno potuto fare. L’ordine all’università non lo garantisce il rettorato, ma la prepotenza che sogna, proprio a Sociologia, di rinvedire le gesta di Renato Curcio, il fondatore della Brigate rosse, e della sua compagna Mara Cagol, con i ricordi che lasciarono da quelle parti.

In pratica, nella facoltà dove si “formarono” intellettualmente le prime Br, gli studenti di destra non possono entrare. Lo denuncia Fdi: «Per oltre sei ore davanti alla sede della facoltà di Sociologia a Trento, è stato impedito a ragazzi di Azione Universitaria da gruppi di sinistra l'accesso per una manifestazione di campagna elettorale interna legata all'elezione degli organi di rappresentanza degli studenti. Di violenza fisica oltreché verbale si è trattato, testimoniata dalla dispersione su tutta la via del materiale stampato a proprie spese dai giovani di centrodestra, dalle bandiere tricolori e di Azione universitaria gettate nei bidoni e dagli spintoni subiti dai giovani di destra». Un’azione teppistica, quella degli “studenti” di sinistra, che certo non può passare sotto silenzio.

Dice il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì, che «l’episodio è stato di una gravità assoluta». E si chiede: «Perché il silenzio assordante della sinistra? La rinuncia a richiedere l'intervento della forza pubblica da parte del rettore dell'università ha sostanzialmente offerto un argomento in più a chi ritiene di poter vantare un titolo superiore agli altri nell'assegnare il diritto di parola e di agibilità politica. Il caso sarà portato all'attenzione del Parlamento e del Governo con un solo obiettivo, garantire che i responsabili siano puniti».

Sulla vicenda sono intervenuti anche altri due parlamentari del partito della Meloni, gli onorevoli Nicole Matteoni e Alessandro Amorese: «Leggiamo sempre con stupore come una comunità democratica, come quella universitaria, sia ancora oggi intrisa di odio e discriminazione per chi la vede e la pensa diversamente. Per l'ennesima volta ragazze e ragazzi di Azione Universitaria sono stati aggrediti per pura questione di odio ideologico da chi, spinto da quei cattivi maestri che soffiano sul fuoco dell'ostilità, ha deliberatamente voluto ostacolare i loro diritti democratici, un fatto grave che sta tornando pericolosamente in varie parti d’Italia».

QUANTO ODIO
E aggiungono che «è arrivato il momento che la sinistra insegni ai propri rappresentanti giovanili le regole democratiche e non continui ad alimentare sempre odio e retorica ostile. Consigliamo agli studenti di sinistra di non farsi fregare dai cattivi maestri che li hanno sempre usati per fare “il lavoro sporco”. Ci auguriamo che il Rettore sappia garantire l’agibilità che spetta agli studenti di Azione Universitaria. Urge una risposta netta anche da parte del Prefetto e del Questore affinché simili episodi vengano condannati e puniti».

Anche perché, secondo tutte le ricostruzioni, Azione universitaria ha ricevuto proprio dall’ateneo l’autorizzazione a svolgere la propria campagna elettorale all’interno del dipartimento di Sociologia. Al loro ingresso in facoltà, gli aderenti all’organizzazione universitaria di destra, hanno trovato una cinquantini di “studenti” di sinistra a fare da picchetto per impedire che entrassero. “I fascisti qui dentro non possono entrare, tutti conosciamo la storia di Sociologia. Non pensiamo di essere fuori dal mondo”, questa la loro stravagante motivazione.

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