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Alessandro Gonzato: Palestina libera di menare, spuntano i negazionisti del pogrom di Amsterdam

Alessandro Gonzato
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Ad Amsterdam è stata caccia all’ebreo, in Europa dilaga l’antisemitismo, e gli intellò di sinistra dicono che sì, non va bene percuotere gli israeliani con bastoni, manganelli e cinture; e però, aggiungono, gli ebrei se la sono cercata, la violenza è più che giustificata. Ricordiamo i fatti: giovedì sera nella capitale olandese c’è stata la partita tra Ajax e gli israeliani del Maccabi Tel Aviv (5-0 per i padroni di casa), e al termine, fuori dallo stadio, i tifosi ospiti sono stati aggrediti con un’azione feroce e pianificata al grido di «Free Palestine», «Palestina libera». Sessantatré gli odiatori di Israele arrestati e cinque le persone finite in ospedale; un uomo, per salvare la pelle, è stato costretto a buttarsi in un canale e a inneggiare agli islamisti; sul web ci sono decine di filmati, si vede anche un ragazzo privo di sensi. Tutto attorno la furia, solo per un miracolo non omicida.

Eppure, dicevamo, ecco che sui social il giornalista acchiappa-fascisti Paolo Berizzi se n’è uscito così: «L’antisemitismo fa schifo sempre, da qualunque sorgente sgorghi, dopodiché» - attenzione «Amsterdam non è stata una nuova “notte dei cristalli” (lo ha scritto anche Libero, ndr) e definirla “pogrom” è fuorviante. È stata una notte di violenze», ha spiegato il Berizzi, «alla quale hanno concorso le scorribande degli ultrà fascisti e razzisti del Maccabi». Berizzi è una garanzia, la sua ossessione pure. Va detto che è in ottima compagnia. C’è ad esempio quel mattatore di Chef Rubio, che in realtà si chiama Gabriele Rubini ed è l’ex presentatore degli indimenticabili programmi televisivi “Unti e Bisunti” e “Camionisti in trattoria”.

Ecco, il Rubio, su “X” (l’ex Twitter): «Ad Amsterdam i partigiani umiliano coloni ebrei colpevoli del genocidio in essere e di aver distrutto beni e case di persone arabe-musulmane: politici e giornalisti servi della mafia ebraica giù a frignare». È lo stesso Rubio che in estate aveva affermato che i giornalisti sono «i primi obiettivi della resistenza continentale in sostegno del popolo palestinese». «Loro (i giornalisti, ndr) devono avere paura ad andare al lavoro ogni giorno. Loro devono temere pure per l’incolumità dei figli». In Italia c’è così poca libertà d’espressione che perfino un Rubio qualsiasi, oltre a condurre trasmissioni in tivù, può permettersi simili nefandezze, sulle quali pare che non abbiano inciso né mangiate né bevute pantagrueliche.

Tenetevi forte: è il turno di Paolo Persichetti. Chi? Persichetti il saggista, il blogger, Perischetti che scrive sul Manifesto. Eh? Persichetti l’ex brigatista, militante delle Br negli anni ’80. Ah, ora è chiaro. «Provo un moto di disgusto», ha scritto sui social, «per la narrazione diffusa dai media mainstream italiani e le dichiarazioni delle leadership politiche sui fatti di Amsterdam. Una mistificazione di quanto avvenuto», ha sottolineato l’ex brigatista, «un doloroso capovolgimento dei fatti». Segue un pistolotto sulle responsabilità dei fascisti, che se la sono voluta. «Così», ha sentenziato Persichetti, «all’uscita dello stadio militanti propalestinesi e ragazzi delle periferie che si erano organizzati li hanno attesi e pestati. Non ci sarebbe molto da aggiungere», ha concluso lo scrivente, «se non che se la sono cercata». Avremmo poco da aggiungere anche noi, ma proseguiamo.

Segnaliamo il “post” di Davide Piccardo, storico leader delle comunità islamiche di Milano: «Tifo Ajax sin da bambino», e ha aggiunto un cuore. Gli fanno notare che «l’Ajax è la squadra degli ebrei ad Amsterdam» e lui replica: «Bene lo stesso». Pure per i palestinesi “moderati” la responsabilità è degli ebrei. Il ministero degli Esteri ha puntato il dito contro «i cori anti-arabi e gli atti barbarici commessi da tifosi di una squadra di calcio israeliana ad Amsterdam». Il governo palestinese ha condannato «la profanazione e la rimozione di bandiere palestinesi nei luoghi che simboleggiano il sostegno per i diritti dei palestinesi contro i crimini commessi dall’occupazione e il genocidio commesso nella Striscia di Gaza». Il comunicato, meglio chiarirlo, non è stato vergato da Chef Rubio.

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