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Nicolato: Sinwar eliminato, la cupola del Jihad non c'è più

Carlo Nicolato
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Con l’uccisione di Yahya Sinwar, l’ideatore del 7 ottobre che a quanto pare stava cercando di darsela a gambe, Israele ha praticamente eliminato tutto il vertice di Hamas. Prima di lui era toccato in ordine di importanza a Ismail Haniyeh, ucciso insieme alla sua guardia del corpo il 31 luglio a Teheran, dove aveva appena assistito alla cerimonia di insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Il metodo utilizzato è ancora un mistero dal momento che secondo alcuni si sarebbe trattato di un attacco missilistico, secondo altri di un ordigno nascosto nella stanza dell’albergo, gestito dalla Guardie della rivoluzione iraniane, dove era ospitato. Haniyeh era considerato il capo politico di Hamas. Stessa sorte era toccata il 13 luglio a Mohammed Deif in seguito a un bombardamento mirato su Khan Yunis.

L'inafferrabile Deif era sopravvissuto a sette tentativi di assassinio da parte di Israele che lo riteneva responsabile di vari attacchi mortali a soldati e civili israeliani. Ritenuto uno degli ideatori dell’attacco del 7 ottobre, Deif era il capo delle Brigate al Qassam che aveva trasformato da gruppo di cellule amatoriali in unità militare organizzata. Nello stesso bombardamento è morto anche Rafa Salama, il comandante della Brigata Khan Yunis. Marwan Issa, il vice delle Brigate al Qassam, era stato ucciso in un altro bombardamento su Gaza, a marzo. Le stesse brigate erano state fondate da Saleh al-Arouri, anche lui ucciso a Beirut all’inizio dell’anno con un drone. Arouri era considerato il vicepresidente dell'ufficio politico di Hamas e il comandante militare palestinese della Cisgiordania.

 

HAMAS IN LIBANO

In un altro bombardamento in Libano a fine settembre, precisamente in un campo profughi nel distretto di Tiro, è stato eliminato anche Fatah Sharif, considerato il comandante di Hamas nel Paese dei cedri. Sharif è stato anche presidente dell'Associazione degli insegnanti dell'Unrwa e preside della scuola Deir Yassin sempre gestita dall’agenzia dell’Onu. Ancora in Libano ad aprile è stato ucciso a colpi di arma da fuoco Mohammad Srour, uno dei finanziatori di spicco di Hamas.

La maggior parte dei responsabili diretti dell’attacco del 7 ottobre erano stati eliminati quasi subito, lo stesso mese: tra questi Ibrahim Biari, comandante di Hamas di Nukhba, Ali Qadhi dello stessa unità, Billal Al Kedra, responsabile del massacro di Kfar Aza, e Murad Abu Murad, capo operativo dell’attacco. Di Hamas a questo punto resta ben poco. Secondo il Guardian il comando potrebbe passare al fratello 49enne di Yahya, Mohammed. Il nome più altisonante che emerge è quello di Khaled Meshaal. Meshaal attualmente si trova in Qatar e Israele ha già cercato di farlo fuori almeno una volta, nel 1997.
Tra i leader di Hamas sopravvive anche Mahmoud Zahar, con 79 anni il più anziano del gruppo del quale è tra i fondatori. Israele tentò di assassinare Zahar nel 2003 quando un aereo sganciò una bomba sulla sua casa a Gaza City. L'attacco gli procurò ferite lievi ma uccise il figlio maggiore, Khaled. Il suo secondo figlio, Hossam, membro delle Brigate al Qassam, fu ucciso in un attacco aereo israeliano a Gaza nel 2008.

 

BOMBE SUGLI SCIITI

Dei leader di Hezbollah uccisi da Israele ovviamente il più importante rimane Hassan Nasrallah, il numero uno storico e indiscusso del partito, stretto collaboratore della guida suprema iraniana, l’ayatollah Khamenei. Nasrallah è stato ucciso in un attacco aereo mirato che ha colpito il quartier generale clandestino del gruppo nel sud di Beirut. Due giorni dopo è stato ucciso, in un altro raid su Beirut, Nabil Qaouk, comandante dell’Unità di sicurezza preventiva di Hezbollah e membro del consiglio centrale. Stessa probabile sorte del successore in pectore nonché cugino di Nasrallah, Hashem Safieddine, sparito l’8 ottobre in seguito a un devastante bombardamento mirato nel sud della capitale libanese. Prima di loro, il giorno prima di Nasrallah, era stato eliminato in un altro attacco Mohammad Surour il “capo dei droni”, quello che supervisionava gli attacchi contro Israele dal Libano. Il 25 settembre era stato centrato da un missile Ibrahim Kobeissi, il capo del sistema missilistico di Hezbollah, mentre 5 giorni prima la stessa sorte era toccata a Ibrahim Aqil, comandante in capo e fondatore della forza d’élite Radwan. Sulla sua testa pendeva una taglia di 7 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti per il suo coinvolgimento nell'attacco del 1983 all'ambasciata americana a Beirut e nel bombardamento della caserma dei Marines della città. Aqil è stato ucciso insieme a diversi altri comandanti di Hezbollah.

 

CE N’È ANCHE PER L’IRAN

A luglio invece erano stati eliminati in due diversi attacchi aerei Fuad Shukr, comandante anziano del gruppo, e Mohammed Nehme Nasser, comandante dell’unità Aziz. Il mese prima era toccata a Muhammad Mustafa Ayub, comandante del dipartimento missilistico dell'unità Nasr, e al responsabile della stessa unità Taleb Abdullah. E prima ancora, a gennaio, erano stati eliminati altri capi di Hezbollah, tra i quali Ali Hussein Barji e Wissam al-Tawil. Da non dimenticare che nello stesso periodo Israele ha tolto di mezzo anche il generale iraniano Mohammad Reza Zahedi, comandante della Forza Quds in Libano e Siria, e il capo dell’intelligence dello stesso gruppo Sadegh Omidzadeh, lasciando di fatto Khamenei sempre più solo.

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