Arriva finalmente la Buchmesse con l’Italia ospite d’onore 36 anni dopo l’ultima volta e la notizia più interessante, quella che fa il titolo al pezzo, è che non ci sono soltanto polemiche nonostante ci abbiano provato a tenerle deste da mesi. È, intanto, il debutto europeo di Alessandro Giuli da ministro della Cultura insieme alla sua omologa tedesca Claudia Roth, atteso all’apertura ufficiale della Fiera di Francoforte insieme a Susanna Tamaro, Stefano Zecchi e Carlo Rovelli. Vale la pena di riprendere un passaggio dell’intervista a “La Lettura”, dove il fisico ha precisato di essere orgoglioso di questo invito. Nessuna furia devastatrice, anzi: «Non siamo messi così male in Italia... a noi piace lamentarci e questo non serve a niente». Rappresentare il proprio Paese si deve intendere prima di tutto come un dovere, e che tutte le istituzioni culturali siano presenti in Germania è segno di un forte investimento di mezzi e persone, laddove il pluralismo dovrebbe sempre essere garantito, soprattutto alla sinistra culturale anche stavolta in schieramento compatto.
LA LETTERA
Alla fine ci saranno (quasi) tutti gli ospiti italiani, compresi i firmatari della famosa lettera del giugno scorso dopo il “caso Saviano”, ennesimo allarme al lupo al lupo contro la censura. Lo scrittore campano vivrà il suo momento di gloria tra venerdì e sabato quando spiegherà ai fan tedeschi come si può scrivere in tempi illiberali e se le democrazie hanno ancora bisogno di eroi, cioè di lui. Mentre in Italia il suo astro è chiaramente in discesa, i libri si vendono molto meno, in tv non sfonda, in Germania dove sono rimasti fermi all’immagine del 1977 secondo Der Spiegel, Italia spaghetti e P38, considerano Gomorra il naturale proseguimento di una storia che invece non è più la stessa. Sarebbe stato comodo essere fatto fuori da qualcuno, invece il caso Saviano è figlio della dimenticanza dal suo editore Solferino, visto che non aveva un libro in promozione, non dal programma editoriale dell’AIE né dal commissario Mauro Mazza, che anzi gli ha rivolto un secondo invito ma lui ha rifiutato.
Come prevedibile, alla Buchmesse si esce dalla porta e si rientra dalla finestra. I “dissidenten” (che tra l’altro è il nome di un gruppo punk tedesco degli anni ’80) li ritroveremo nel programma parallelo “l’altra Italia” capitanati da Paolo Giordano, con l’eccezione di Emanuele Trevi, Franco Buffoni, Francesco Piccolo, Sandro Veronesi rimasti a casa e l’aggiunta di due intellettuali di diversa area Marcello Veneziani che si è detto da sempre contrario alle adunate e Pietrangelo Buttafuoco, molto attento nelle vesti di presidente della Biennale di Venezia a tenersi fuori dalle polemiche. Anche a scorrere il programma ufficiale del Padiglione Italia disegnato da Stefano Boeri appare evidente che non sia stato messo in atto alcuna contro egemonia della destra né alcuna censura, come ha riconosciuto Susanne Schlusser, a capo della casa editrice Wagenbach ed esperta di cultura italiana, poiché la maggior parte degli autori della nostra delegazione sono di sinistra, e non potrebbe essere altrimenti ma questo già lo sappiamo. L’innovazione più consistente sta semmai nell’introduzione di temi cari ad altre famiglie culturali: le radici dell’Europa, i concetti di Patria e Nazione, l’etica e i valori, argomenti che possono essere trattati senza alcuna strana nostalgia ma con un taglio contemporaneo perché non hanno perso un grammo della loro attualità, anzi al contrario.
CONSERVATORI CONTEMPORANEI
In tal senso ha ragione Nicola Lagioia - ci sarà anche lui, sabato a parlare di Italien, Europa- nel dire che da noi troppo spesso si litiga sui morti quando invece sarebbe molto più interessante e creativo accapigliarsi sul presente. Le urgenze, infatti, non sono Dante o Pasolini a sinistra o a destra, né il recupero del grande Novecento dei Futuristi o di D’Annunzio. Tutto giusto, anche a noi intriga ben più lo scontro- o l’incontro- sul presente. Peccato che però il maggior sostenitore del passato sia della loro scuderia, Sant’Antonio Scurati, che esce mercoledì con il quarto tomo di M.
L’ora del destino, e ovviamente ha scelto la Buchmesse per la presentazione ufficiale, ultimo episodio della saga sul fascismo che lo ha lanciato nel panorama europeo e degli scrittori di bestseller. Lui deve il successo a Mussolini, mentre a destra molte persone non hanno più voglia né bisogno di sentirne il nome, tantomeno di scriverci ancora su. C’è una contemporaneità nel conservatorismo italiano ed europeo, questo potrebbe e dovrebbe venir fuori da Francoforte.