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Carioti: Ecco il decreto contro le truffe sull'immigrazione facile

di Fausto Carioti venerdì 27 settembre 2024
Carioti: Ecco il decreto contro le truffe sull'immigrazione facile

4' di lettura

L’annuncio, ore in anticipo rispetto agli uffici di palazzo Chigi, lo dà Matteo Salvini nel primo pomeriggio, conversando con la stampa estera: «Domani», ossia oggi, «abbiamo un consiglio dei ministri che ha all’ordine del giorno un decreto immigrazione». Il provvedimento sarà corposo, i cambiamenti importanti. Come previsto, non cambieranno di una virgola i criteri per ottenere la cittadinanza italiana. La «riflessione» che si fa nella maggioranza, assicura il capo della Lega, «è che non si sente nessuna necessità di cambiare la norma». Salvini lo dice nel giorno in cui Forza Italia conferma che intende andare avanti, sebbene con cautela, con lo ius scholae, per rendere possibile la concessione della cittadinanza dopo un ciclo scolastico decennale anche ai minori non nati in Italia, figli di immigrati regolari. Un progetto che, tra gli azzurri, vede critica pure Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato: «Credo anche io che quella attuale sia una buona legge. Forse ci sono un paio di cose su cui si potrebbe riflettere tutti insieme, ma non penso sia una priorità».

La direzione del governo è comunque molto diversa. Il decreto con le nuove disposizioni «in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, nonché di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale» conferma il principio per cui potrà entrare in Italia, tramite i flussi programmati, solo chi ha già un lavoro, e rende più rigide le regole che lo traducono in pratica. L’impegno contro il caporalato è il seguito della promessa fatta da Giorgia Meloni dopo la morte del bracciante indiano Satnam Singh. Si prevede una nuova ipotesi di permesso di soggiorno per le vittime di «intermediazione illecita» di lavoro che cooperano con le autorità italiane e denunciano i “caporali”.
Ma a cambiare sarà soprattutto la gestione dei flussi legali degli extracomunitari che entreranno in Italia per lavorare, e di conseguenza il cosiddetto “click day”. Anzi, “i” click day, visto che dal 2025 non ce ne sarà più uno all’anno, come è stato sinora, ma diversi, divisi per regioni e forse anche per categorie di lavoratori.


Lo scopo principale del decreto è infatti impedire che si ripetano le truffe viste negli anni passati. Durante i click day i datori fanno richiesta di nulla osta per l’ingresso e l’assunzione di un certo numero di extracomunitari; questi entrano, ottengono il permesso di soggiorno e in molti casi, soprattutto in certe regioni (la Campania è la prima della lista), non sono assunti. Protagoniste di questo meccanismo sono spesso “finte” aziende, che scompaiono subito dopo. Come ha spiegato lunedì il sottosegretario Alfredo Mantovano ad associazioni d’impresa e sindacati, insomma, «è da ritenere che i decreti flussi siano stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro». Con le nuove regole non dovrebbe più accadere. Il decreto che sarà approvato oggi introduce, tra le altre cose, un tetto massimo di domande per datore di lavoro, correlato alle dimensioni dell’azienda; sanzioni per il datore che nel triennio precedente non ha sottoscritto il contratto di soggiorno con l’immigrato dopo aver avviato la procedura (a meno che non dimostri che ciò è dipeso da cause non imputabili a lui); la precompilazione delle domande degli imprenditori, in anticipo rispetto al click day, in modo da ampliare i tempi per i controlli.


Nel “pre-consiglio” che si è svolto ieri pomeriggio per preparare la versione definitiva del testo non sono mancate comunque tensioni tra i tecnici dei diversi dicasteri, portatori di esigenze diverse. Il ministero del Lavoro insiste per venire incontro quanto più possibile alle richieste delle imprese, preoccupate per la scarsità di manodopera (una delle conseguenze del crollo della disoccupazione). Tra i temi di cui si è discusso c’è la situazione degli extracomunitari ai quali è terminato il contratto di lavoro. Gli uffici di Marina Calderone spingono affinché costoro possano restare sul territorio italiano, con un “permesso di attesa altro lavoro”, ovviamente a scadenza, ma il rischio che questo si trasformi in una sorta di sanatoria per chi è entrato e si trova disoccupato è alto. E la sicurezza, ha ribadito Mantovano durante il confronto, è la priorità del governo. Il nuovo provvedimento riscriverà anche una parte del “decreto Lamorgese” sulle norme in materia di soccorso navale a chi viaggia su barchini e barconi. Il governo cambia i requisiti che consentono alle navi di derogare al divieto di navigazione e sosta nelle acque territoriali, richiedendo che eventuali operazioni di salvataggio non pongano a rischio l’incolumità dei migranti. Una nuova norma di comportamento, che le ong potrebbero non apprezzare.

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