Continua la rivoluzione del sistema fiscale. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato i primi tre testi unici della delega fiscale: il primo sulle sanzioni penali e amministrative in materia tributaria, il secondo sui tributi erariali minori e il terzo sulla giustizia tributaria. Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze, ha parlato di una «svolta per il nostro sistema fiscale, che, grazie al governo Meloni, continua a percorrere con determinazione il sentiero della semplificazione, andando incontro alle esigenze di cittadini e imprese». Ha aggiunto che «si tratta di provvedimenti che razionalizzano e coordinano le norme esistenti in materia tributaria che porteranno al sistema e ai contribuenti un beneficio generalizzato».
Leo ha poi sottolineato che il governo ribadisce il proprio impegno a lavorare per un sistema fiscale «più chiaro, equo ed efficiente, che possa sostenere la crescita economica del Paese e favorire lo sviluppo». Le priorità del governo, in questo settore, sono la «semplificazione normativa» e «l’ordine nel sistema impositivo» così da rendere l’Italia un Paese più attrattivo per gli investimenti e più competitivo a livello internazionale. Ed è con questo spirito che continueremo a lavorare, consapevoli che un quadro normativo chiaro non è solo fondamentale, ma ci allinea alle principali economie europee».
Durante la riunione, durata circa un’ora, centrale è stata anche l’informativa svolta da Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sugli adempimenti previsti dalla legge sulla cybersicurezza. Un tema della cui urgenza tutti ci siamo accorti nello scorso week-end, quando un crash dei sistemi informatici ha creato problemi in tutto il mondo e in diversi ambiti, dai treni agli aerei, fino agli ospedali. Il nostro Paese non è immune da questo pericolo, anzi. Sono in aumento, ha detto Mantovano, gli attacchi hacker: 1.411 solo nel 2023. La necessità che le amministrazioni pubbliche proteggano meglio le proprie reti è stata sottolineata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha ricordato gli adempimenti previsti dalla legge 90 sulla cybersicurezza entrata in vigore il 17 luglio.
«Le amministrazioni centrali, le Regioni, gli enti locali e le Asl», ha ricordato, «saranno tenute a notificare gli incidenti cyber a carico delle proprie reti e le sanzioni per il mancato rispetto di questo obbligo sono operative a partire dal 180/mo giorno successivo a quello della data di entrata in vigore della legge 90 (e cioè 180 giorni dal 17 luglio), mentre quelle per il mancato adeguamento alle segnalazioni puntuali dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, relative alla esposizione dei soggetti a rilevate vulnerabilità da risolvere, sono immediatamente efficaci già dal 17 luglio».
Il richiamo del sottosegretario punta ad accendere un faro su una certa lentezza delle amministrazioni pubbliche nell’innalzare le difese contro gli attacchi informatici. Per legge, infatti, sono tenute anche a nominare un referente per la cybersicurezza nell'ambito della propria organizzazione. Ma in molti casi non è stato ancora fatto. Mantovano ha poi ricordato che la legge prevede, per tutte le autorità pubbliche e private inserite nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, nuovi e più ridotti termini per la segnalazione anche di quegli incidenti non propriamente relativi al perimetro della sicurezza, ma comunque a carico delle loro reti e sistemi. Si passa da una scadenza di 72 ore a un massimo di 24 ore per la segnalazione, a cui segue - entro 72 ore dall'impatto - la notifica completa di tutti gli elementi informativi disponibili.
Questo implica l'accelerazione dell'implementazione della direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 29 dicembre 2023 in tema di resilienza cibernetica del Paese, che ruota attorno a una più efficace collaborazione tra Agenzia per la cybersicurezza nazionale e le amministrazioni destinatarie, così da irrobustire la capacità di risposta agli incidenti informatici.
Rinviato, invece, il ddl concorrenza. Ma sarà approvato «entro pochi giorni», ha assicurato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. concorrenza Sono poi stati stanziati 20 milioni e 600 mila euro per l’emergenza maltempo in Val D’Aosta. Prima del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni ha presentato una relazione alla cabina di regia sul Pnrr.
«L’Italia», ha ricordato, «è al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del Pnrr. Siamo lo Stato membro che ha ricevuto finora l’importo economico maggiore: 113 miliardi e mezzo di euro, a fronte dei 194,4 previsti dal Piano, ovvero il 58,4% del totale». La spesa complessiva è salita a oltre 51 miliardi di euro e il 92% delle misure sono state regolarmente attivate. Il cronoprogramma dei prossimi mesi prevede di lavorare alla settima rata nella seconda metà del 2024, mentre nei due semestri del 2025 l’impegno sarà sull’ottava e la nona per poi passare all’analisi della decima a inizio 2026.
Sempre ieri, il governo ha deciso di rimuovere dall’incarico il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio: al suo posto il commissario straordinario perla riqualificazione di Caivano, Fabio Ciciliano. La novità è stata comunicata in Consiglio dei ministri da Nello Musumeci che ha svolto un'informativa a riguardo. La nomina sarà disposta con un decreto del presidente del Consiglio.