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Pietro Senaldi: quei comuni sotto il Vesuvio così statalisti nel chiedere soldi e autonomisti nell'eludere i doveri

di Pietro Senaldi giovedì 27 giugno 2024

3' di lettura

Risultato: strade intasate e i mezzi di soccorso bloccati nel traffico. È stato un fenomeno tellurico legato al bradisismo, il suolo che si alza e si abbassa, senza preavviso, a causa delle dinamiche delle caldere, i crateri vulcanici del Vesuvio. Il bradisismo è un fenomeno ciclico e, ufficialmente, è sotto controllo, anche se a breve la zona dei Campi Flegrei aumenterà il proprio livello di allerta da 4 a 5. Significa che si arriva a contemplare la possibilità di danni significativi alle case e necessità di evacuare il territorio. L’area a rischio però è ben più ampia, si estende fino a Pozzuoli, Bacoli e alcuni quartieri di Napoli e, nel complesso, coinvolge fino a 800mila persone. I sindaci dei Comuni interessati, riuniti in un apposito comitato, si sono recati più volte a Roma, dal ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci; più che a esporre il problema, a battere cassa. Vogliono i soldi per ristrutturare le case e gli indennizzi a chi è costretto ad abbandonare per un certo tempo la propria abitazione; spesse volte, ahinoi, abusiva.

500 MILIONI

Per la verità, l’attuale governo, primo caso nella storia, non solo ha risposto presente, mettendo mano al portafogli, ma ha anche avviato una politica della prevenzione. Nell’ultimo consiglio dei ministri, tenutosi a inizio settimana, sono stati previsti 200 milioni di euro per la messa in sicurezza degli immobili, che si sono andati ad aggiungere ai 300 già stanziati nei mesi scorsi. Ai cittadini evacuati sono stati versati pronta cassa dai 400 ai 900 euro, a seconda del periodo di disagio.

La notizia sconfortante però è che, incassata la somma, quelle stesse persone che, fino al giorno prima, tremebonde si lamentavano di essere abbandonate dall’autorità pubblica e chiedevano aiuto, hanno gabbato lo Stato. Il ministero infatti ha organizzato delle esercitazioni in grande stile per la giornata di ieri, per un’eventuale evacuazione composta, ma l’iniziativa è andata pressoché deserta. Si sono presentati solo in una trentina, nove appena dei quali hanno avuto la cortesia di registrarsi. In compenso, malgrado non fossimo in pieno agosto o nel fine settimana, le spiagge hanno registrato il pienone. «Disarmante» ha commentato il ministro, ed è un giudizio clemente, considerato che sono stati attivati la prefettura e tutti i centri di coordinamento comunali e le amministrazioni locali.

I Campi Flegrei non sono il Giappone, dove le esercitazioni antisismiche sono mensili e fin da bambini tutti sanno benissimo cosa fare quando arriva il terremoto, che infatti non produce quasi mai danni ingenti. Non c’era bisogno dell’esercitazione flop di ieri e del pienone al mare per saperlo, però lo stesso quanto accaduto, sebbene non stupefacente, non può fare a meno di indignare e spingere ad amare riflessioni. Sopravvive la filosofia dello “io speriamo che me la cavo”, quel misto di fatalismo, rassegnazione e irrazionale confidenza nella propria buona stella che arriverà a salvare solo te che è la premessa per le tragedie di questa terra bellissima e tormentata. La stessa che i sindaci del Comitato hanno ostentato nelle scorse settimane al ministero, quando allungavano la mano per ricevere il denaro e allo stesso tempo spiegavano che l’unica arma per difendere le case che i loro cittadini costruivano dove non si dovrebbe è la speranza che non accada nulla. Nel mentre che i primi cittadini descrivevano una situazione da tregenda, per ottenere più denaro, i loro Comuni approvavano piani edilizi per la costruzione di nuove case in territori a rischio, protestando contro il governo che vuole fermarli.

GLI IRRESPONSABILI

C’è, nella diserzione in massa delle esercitazioni di ieri come nelle pretese di una classe dirigente locale irresponsabile, una distorta concezione dello Stato. Questi sindaci sono statalisti quando c’è da lamentarsi, prendere e scaricare su altri le proprie responsabilità, ma fortemente indipendentisti quando si tratta di attuare sul territorio politiche del consenso che aggirano le indicazioni e le norme del governo ma costano alle casse nazionali. È un andazzo che stride con la battaglia della Campania, e di altri, contro la legge sull’autonomia regionale, nella quale certi governatori si comportano esattamente come i sindaci e molti abitanti delle zone colpite da bradisismo. Si invocano l’unità nazionale e lo Stato non perché si creda in esso e nei suoi valori ma solo per fuggire dalle responsabilità singole, così come si fugge ogni volta che lo Stato, oltre a dare, chiede qualcosa in cambio, anche solo nell’interesse dei beneficiati.

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