Doveva arrivare quel giorno. Dai e dai, il Pd ha trovato una soluzione ai suoi problemi nel nome di Benito Mussolini. Tenetevi forte, perché il nuovo corso targato Elly Schlein prevede cose che voi umani...
Eh già, ormai il fascismo è diventato il prezzemolo rosso. Lo infilano dappertutto come condimento per le loro orride pietanze. Adesso, il servizio è pronto per la Camera dei Deputati dove sta per essere discussa la proposta di legge del deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto per togliere ogni onorificenza al massacratore slavo, il maresciallo Tito, insignito del Cavalierato di Gran Croce dall’ex Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
Al tempo, si negava il massacro degli italiani, l’esistenza stessa delle foibe, al più si faticava a riconoscere l’esodo dalle terre italianissime d’Istria, Fiume e Dalmazia. E ci volle una durissima battaglia politica e culturale – peraltro solitaria per decenni –per costringere l’Italia tutta a fare i conti con lo sterminio dei nostri connazionali sul confine orientale. Poi, all’alba degli anni Duemila, la legge Menia istituì il Giorno del Ricordo, ci fu il sostegno del Presidente Ciampi all’iniziativa per rendere onore ai martiri delle Foibe e ora si arriva al punto in cui si scopre un atteggiamento inusitato del Pd.
Di fronte alla proposta di legge per rendere formale la revoca di ogni onorificenza della Repubblica a Tito, arriva l’ordine del Nazareno (in pratica una resistenza clandestina a difesa del maresciallo assassino per avviare uno scontro storico-ideologico): presentare un emendamento che tolga dal Medagliere dell’Esercito – quindi un’istituzione militare e peraltro in epoca savoiarda – ogni possibilità di valore conferito a Mussolini e ai suoi gerarchi. Cioè, si mischiano mele e pere. Una legge sulle onorificenze della Repubblica assieme a norme sull’ordinamento militare. E perché? Semplice, in tutti questi decenni non si è mai pensato a revocare neppure per via amministrativa l’onore reso a Tito (un recentissimo ordine del giorno di Menia approvato al Senato individua anche il percorso possibile per toglierli qualunque “merito”). E non appena si è invece calendarizzata la legge Rizzetto, il Pd si è appostato all’angolo della strada per sabotarla nella maniera politicamente più facile.
Ma ignorando che le norme devono essere omogenee e che non si dovrebbe approvare una legge su onorificenze della Repubblica confondendole con quelle monarchiche. Un problema che potrà trovare soluzione nell’esame di ammissibilità dell’emendamento killer. Ma aldilà della tecnicalità, ciò che conta è la profonda immaturità dell’atteggiamento del Pd. Al Nazareno sono convinti che bisogna ancora combattere il fascismo e già questo – a ottanta anni dalla fine del regime – è abbastanza ridicolo. Ma di più: per arrivare all’obiettivo, con una strumentalizzazione evidente, in realtà si preferisce puntare a mandare tutto all’aria e far rimanere in eterno la vergogna di una onorificenza che il massacratore slavo non merita affatto. Alla faccia di tante e troppe migliaia di vittime italiane della sua ferocia.
E così dalla prossima settimana sarà scontro in commissione e poi in Aula alla Camera dei deputati. La proposta a prima firma di Rizzetto, in discussione in commissione Affari Costituzionali, introduce la possibilità, non ancora prevista dal nostro ordinamento, di cancellare questo genere di riconoscimenti a chi si è macchiato di crimini contro l’umanità anche dopo la morte dell’insignito.
«Rendiamo giustizia – aveva detto il presidente della commissione Lavoro alla Camera Walter Rizzetto, tra i presentatori della pdl dopo che era stato adottato il testo base – alla memoria di migliaia di italiani morti per ordine di Tito nelle foibe». E qui scatta il furbissimo tentativo di non toccare Tito e la sua memoria. Si sono riuniti in cellula e hanno escogitato la fantastica soluzione Mussolini. E hanno depositato un emendamento che estende la cancellazione post mortem anche a chi abbia avuto una ricompensa al Valore e al Merito dell’Esercito. Ovvero Mussolini ed alcuni gerarchi fascisti. «La revoca delle onorificenze a chi si è macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità – aveva ammonito nei giorni scorsi il Dem Gianni Cuperlo – ci vede concordi ma non sia un modo per piegare la storia con ricostruzioni partigiane che hanno tutto il sapore del revisionismo». E quindi frulliamo tutto.
C’è una legge sulle Foibe a cui dare giusta attuazione? Infiliamoci dentro pure il fascismo con un’operazione – quella loro sìdi revisionismo più politico che storico dal sapore scellerato. Come se oggi ci fosse ancora in circolazione qualcuno che voglia istituire benemerenze repubblicane nel nome del fascismo. La prossima settimana, a partire da martedì 12, la commissione sarà chiamata a votare la proposta di modifica del Pd. E dunque anche il centrodestra dovrà decidere come comportarsi nell’ambito della votazione. Il testo è in calendario in Aula a partire dal 18 marzo. Tra le proposte emendative, tutte di opposizione, la sinistra di Avs la butta in barzelletta aggiungendo la cancellazione per chi si è macchiato “di disastri ambientali”. Diverse proposte di modifica propongono inoltre un passaggio parlamentare (con il parere delle commissioni competenti) sulla cancellazione delle medaglie. Insomma, i nostalgici ci sono ancora in Italia. Quelli di Tito.