Tutto il nostro futuro è visibile, basta frequentare l’arte per averne un anticipo. Letteratura e cinema avevano previsto la distopia del nostro tempo, quella di oggi e quella che verrà. “Niente di grave, suo marito è incinto” è un film del 1973 con Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni, il quale scopre di essere al quarto mese di gravidanza. Una commedia francese che mostra il cortocircuito in arrivo sul binario della storia. Cinquant’anni dopo, la cronaca racconta il caso di una donna che mentre cambiava sesso per diventare uomo (nella “transizione”), ha scoperto di aspettare un bimbo. È al quinto mese di gravidanza. Siamo in una terra di mezzo che alimenta incubi e deliri: il “mammo” desidera essere maschio, ma è incinto, essendo donna. Fino ad oggi nessuno aveva fatto la cosa che al vostro cronista sembra logica: un test di gravidanza per Lei che vuol diventare Lui.
Niente. Poi, la grande scoperta: c’è un essere che batte il ritmo del suo quinto mese di vita. Nell’irrisolto Lei che vuol essere Lui, c’è il terzo. Il quale non sa del problema della mamma che si sente Lui, ma a giudicare dai fatti è pur sempre tutta Lei. Sembra uno scherzo, un pezzo di dadaismo biologico, una ribellione della natura, il gioco a dadi del destino, il racconto grottesco dove tutto è impossibile, un’acrobazia da film felliniano, un viaggio tra monstrum e mirabilia, una cosa “segreta” nascosta in un tendone del circo.
Paghi il biglietto, entri, scopri che i confini sono annullati, non vale più niente, tutto è (ri)componibile dal dottor Frankenstein. Ma dopo qualche nervosa risata scopri un’inquietudine tagliente, una sensazione di sacro violato, l’inizio di tutto diventa un incidente da laboratorio dove vita e morte, l’evoluzione dell’individuo, la sua esplosione e l’inevitabile decadimento, sono una questione di “desiderio”, un’eterna “transizione” verso altri stati d’alterazione, identità riprogrammate. Scegli dal catalogo, fai il bonifico, porti a casa. O forse paga la mutua, il welfare della biopolitica è per natura fantasioso. Oggi sei uomo, domani sei donna, con un figlio, due, con questo sesso, poi anche l’altro, e se non ti piace glielo fai cambiare, il sesso, mentre non sa neppure le tabelline, ma è sicurissimo di essere un’altra cosa e non “quel corpo”. Il mondo è diventato un cartellone di cambiamenti di genere, totalmente fluidificato, dove in programmazione c’è sempre altro, fino al consumo della noia. Sei stato così tutto, che sei stato niente.