In questo articolo parleremo di un monologo di Corrado Formigli andato in onda giovedì su La7, non tanto per la sua originalità quanto, al contrario, perché è l’esempio perfetto per discutere delle polemiche seguite alla disastrosa sconfitta subita dalla capitale nella corsa all’Expo. Immaginando di fare un favore al lettore, sintetizziamo in maniera un po’ brutale il discorso del conduttore di Piazzapulita: Roma? Tutta colpa del governo che ci ha isolato in Europa. Il sindaco del Pd non vale neanche la pena citarlo perché la partita si giocava a livelli molto più alti, etc. etc. Un pensiero che, come dicevamo, va molto di moda a sinistra, per ovvie ragioni. Peccato che non sia vero niente. Spieghiamo.
Per capire qualcosa riguardo alla competizione delle città per accaparrarsi l’Expo bisognerebbe andare alla migliore delle fonti che l’Italia ha a disposizione sull’argomento, ovvero Letizia Moratti. In un’intervista rilasciata a Repubblica, l’ex sindaco di Milano si è limitata a far notare che lei per aggiudicarsi l’Esposizione Universale ha visitato 80 Paesi a spese sue («Non credo che Gualtieri abbia fatto niente di tutto ciò»). E oltre a questo, aggiungiamo noi, Milano aveva arruolato una squadra di persone che sono arrivate a portare la bandiera del capoluogo lombardo là dove non poteva arrivare da solo il sindaco. Diranno gli scettici: «Ma Roma rispetto a Milano aveva contro i petroldollari degli arabi». In realtà anche all’epoca della corsa contro Smirne successe di tutto, con colpi bassi a ripetizione. Cambiarono improvvisamente i Paesi elettori, cosa che costrinse a rivedere tutti i programmi.
Milano per non cedere ai turchi attivò numerosi progetti nei Paesi che volevano collaborare con il nostro Expo, anche pagando. «Ho portato la Scala in Giappone e in Ghana. Il Piccolo Teatro a Praga, le università milanesi in Cina. Gli enti di ricerca nelle piccole isole del Pacifico e nelle isole africane», spiega la Moratti. E i turchi rispondevano al fuoco. Basti dire che nelle ultime ore prima del voto il sindaco organizzò una gita in battello sulla Senna con tutti i delegati dei Paesi che erano stati convinti a votare Milano, per evitare che venissero nuovamente contattati dai rivali. Gualtieri invece s’è fatto fregare pure dalla coreana Busan, forse aspettando che fosse il governo a fare il suo lavoro.
Ora, piuttosto che insistere con le bugie sull’Italia irrilevante nel contesto internazionale, a questo punto pare più onesta la posizione critica di Gianni Barbacetto, che fieramente ieri sul Fatto Quotidiano tuonava: «Perso Expo? Meglio così, solo uno spreco», posizione storica di una parte della sinistra. Si tratta di un’affermazione totalmente smentita dai fatti, perché la città di Milano grazie all’Expo è rinata e si è rifatta un’immagine a livello internazionale. Si chiama marketing territoriale, è parte fondamentale del lavoro di chi governa una grande città. Letizia Moratti lo ha capito perfettamente. I grillini che rifiutarono le Olimpiadi no. E l’attuale sindaco di Roma non sembra diverso da chi l’ha preceduto. Roma dimenticata dal governo? No, Roma fregata da alcuni romani.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.