Non è mai solo un sorriso. C’è molto altro. C’è la serenità, la tranquillità, il sentirsi bene. Cioè lo stare meglio, e soprattutto a livello psicologico. Oltre all’avere una corretta igiene dentale, che fa bene a qualsiasi età. Però non è alla portata di tutti.Costa, il dentista.Costa talmente tanto che solo quattro italiani su dieci ci vanno regolarmente e diciotto milioni di noi convivono con carie non trattate e otturazioni saltate e denti doloranti. Per colpa del portafoglio sempre più vuoto e del conto, dopo la seduta sul lettino, sempre più salato. “Denti fissi per tutti” è l’iniziativa (sociale) che a Torino raggruppa quindici medici specializzandi, e volontari, del master post-universitario in Chirurgia impiantare del Pgo Ucam, ossia dell’università cattolica di Murcia. Perché sì, anche il dentista può essere solidale. Cioè può svolgere le sue mansioni a tariffe calmierate, a prezzi più accessibili di quelli di mercato.
Tre giorni al mese, si parte venerdì prossimo (il 24 novembre), negli spazi della clinica Cappellin del capoluogo piemontese (che fa da sede esclusiva anche per la Val d’Aosta e la Liguria), solo su prenotazione e avanti a chi tocca: la possibilità è aperta a tutti, però verrà data la priorità a chi, su segnalazione di alcuni enti caritativi, è nelle condizioni economiche più disagiate. «Ci sono persone di tutti i tipi», spiega, infatti, il responsabile della struttura Mario Cappellin, «in passato erano quelle ai margini della società, adesso ce ne sono tante che pur lavorando hanno uno stipendio insufficiente». La crisi,l’inflazione,il post-pandemia, la guerra prima in Ucraina e poi in Israele Il fenomeno lo conosciamo bene. Conosciamo un po’ meno i numeri di “Denti fissi per tutti”, che è un’iniziativa meritoria: 600 nuovi sorrisi da qui a un anno e mezzo, 900 impianti per un valore complessivo di due milioni di euro in cure erogate, su cui il paziente pagherò solo un contributo per le spese dei materiali e del laboratorio odontotecnico.
LE ALTRE ESPERIENZE - Più conveniente che andare all’estero, magari nell’Europa dell’Est. Di certo più pratico. E non c’è solo Torino. Realtà simili esistono, da tempo, anche a Bologna, a Genova, a Monza. A Palermo l’anno scorso lo studio di odontoiatria solidale Speranza e Carità ha eseguito 180 prestazioni, la stragrande maggioranza delle quali per delle otturazioni. Tutte su pazienti indigenti. A Perugia, nel 2019, si è aggiunto anche l’oculista gratuito. A Novara, nel 2018, 90 persone con un Isee inferiore ai 6mila euro hanno ritrovato il sorriso. Sono per lo più specializzandi, i dentisti solidali. Oppure medici in pensione. Ognuno di loro è ovviamente iscritto all’albo degli odontoiatri e mette a disposizione due cose: la propria competenza e il proprio tempo. Le prestazioni odontoiatriche offerte dal Ssn (il Servizio sanitario nazionale), infatti, sono limitate: quelle coperte dal ticket si limitano alle cure essenziali, come gli accessi. E dopo? Chi proprio non ce la fa, chi non ne ha la possibilità: come lo risolve ‘sto benedetto (si fa per dire)mal di denti? Esistono diversi progetti, associazioni e onlus che si occupano dell’odontoiatria sociale (o solidale). Una, per esempio, è la fondazione Sidp che è partita inizialmente con una collaborazione con la società di San Vincenzo De Paoli e che adesso ha una rete capillare di studi dentistici aderenti praticamente su tutto il territorio nazionale (visitare il suo sito web per rendersene conto).
CURE MANCATE - Protesi, estrazioni dei denti compromessi, visite (anche di controllo), trattamenti contro le carie di molari e premolari. Il settore dentale,in Italia, vale qualcosa come quindici miliardi di euro e dà lavoro a circa 180mila addetti. Epperò, secondo l’ultimo rapporto Rbm Censis di quest’anno, spendiamo in tutto 9,5 miliardi di euro per curarci i denti, e lo facciamo quasi completamente di tasca nostra. Il Ssn copre appena 500 milioni. Il 95% delle cure dentali avviene in un regime privato. Nel 2022 la spesa italiana in questo ambito è calata del 14% rispetto ai dati pre-Covid (e la pandemia, pure lei, mica ha aiutato). Di fatto ci ritroviamo con il 36% dei bambini (che sono oltre un milione e 800mila) alle prese con carie non trattate e il 29,6% degli adulti (sedici milioni e 900mila) nella stessa condizione. «La salute orale è un tema dell’agenda di governo», spiegava, a marzo, in concomitanza proprio della giornata mondiale sul tema il ministro della Sanità Orazio Schillaci, «e necessità di un programma di odontoiatria sociale che preveda sia campagne di prevenzione che terapeutiche per consentire l’accesso alle cure in particolare alle fasce deboli della popolazione». Amen.