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Antonio Socci, Suor Lucia: "Non ho detto tutto". La verità sul terzo segreto di Fatima

di Antonio Socci martedì 7 novembre 2023

8' di lettura

Con i venti di guerra che soffiano sul mondo ci mancava l’aurora boreale di domenica notte, fenomeno rarissimo alle nostre latitudini, per evocare le profezie di Fatima. Un sito cattolico ha subito ricordato che la Madonna, il 13 luglio 1917, preannunciò una guerra peggiore di quella allora in corso (la prima guerra mondiale) se l’umanità non si fosse convertita e disse che il nuovo conflitto sarebbe stato annunciato da «una notte illuminata da una luce sconosciuta». Effettivamente vi fu l’aurora boreale del 25 gennaio 1938. E il fenomeno ebbe una replica il 23 agosto 1939, proprio la stessa sera in cui veniva firmato il patto Ribbentrop-Molotov che di fatto spianò la strada alla guerra (che iniziò il 1° settembre). Oggi Papa Francesco paventa una «terza guerra mondiale a pezzi» che davvero rischia di incendiare il mondo. Il Pontefice, non a caso, il 25 marzo 2022, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ha compiuto la Consacrazione della Russia (e dell’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria che fu richiesta proprio dalla Madonna a Fatima a protezione dell’umanità.

TEMPESTIVO
A proposito di quel Messaggio profetico ci si chiede se c’è qualcosa - come diversi hanno ipotizzato- che non è ancora stato rivelato. A illuminare tutta questa vicenda arriva oggi in libreria - con provvidenziale tempestività- il saggio di Saverio Gaeta I segreti di suor Lucia. Fatima, la verità mai detta (Piemme, pp. 272, euro 19.90) di cui anticipiamo alcuni contenuti, fra i più clamorosi. Gaeta ha potuto leggere dei documenti rimasti sepolti in Vaticano per decenni e che contengono importanti rivelazioni. Prima di vederne alcune ricordiamo la storia. Le apparizioni di Fatima - dal 13 maggio al 13 ottobre 1917 furono approvate dalla Chiesa molto presto, probabilmente a causa dell’impressionante miracolo pubblico del sole del 13 ottobre.
Il messaggio di Fatima è profetico. La Madonna infatti - il 13 luglio 1917 - preannunciò la prossima fine della prima guerra mondiale, la rivoluzione bolscevica in Russia e le guerre e le persecuzioni (contro i cristiani) che avrebbe provocato; infine (se l’umanità non avesse cambiato strada) l’arrivo di un secondo conflitto mondiale peggiore del primo («una guerra atea contro la fede, contro Dio, contro il popolo di Dio. Una guerra che voleva sterminare il giudaismo da dove provenivano Gesù Cristo, la Madonna e gli Apostoli», scrisse suor Lucia quarant’anni fa). Tutto questo - con la visione dell’Inferno - è contenuto nelle prime due parti del segreto. La terza parte è rimasta a lungo celata tra le mura vaticane e questo ha alimentato mille voci apocalittiche su eventi catastrofici per l’umanità e gravi crisi della fede e della Chiesa.

LE DOMANDE
Infine Giovanni Paolo II, durante l’anno santo del 2000, decise di renderne noto il contenuto. In quella terza parte Lucia descrive la visione del 13 luglio 1917: una città devastata, con tanti cadaveri, e un vecchio Pontefice che la attraversa fino a raggiungere una croce ai piedi della quale viene martirizzato insieme a una gran quantità di ecclesiastici e di fedeli cristiani.
La pubblicazione di questo testo però suscitò nuove domande. Uscirono libri che - in base a vari elementi - ipotizzarono che non tutto il terzo segreto fosse stato rivelato, ma che vi fosse una parte mancante che evidentemente doveva avere contenuti esplosivi. Ora Gaeta ha potuto consultare e analizzare tanti documenti che sono stati raccolti nell’ambito del processo di canonizzazione di suor Lucia e ha trovato delle conferme clamorose. Anzitutto la lettera – rimasta finora sconosciuta - che suor Lucia scrisse a Paolo VI, dopo un loro mancato colloquio diretto a Fatima. Essa - scrive Gaeta - «documenta inoppugnabilmente quanto da tempo abbiamo ipotizzato mettendo in fila significativi indizi: il contenuto della terza parte del Segreto di Fatima, reso noto dalla Santa Sede il 26 giugno 2000 (...) è effettivamente ciò che la Madonna del Rosario comunicò alla pastorella durante l’apparizione del 13 luglio 1917 alla Cova da Iria».


Ma a quella visione, spiega Gaeta, «la Vergine (...) aggiunse dettagli e chiarimenti che hanno illuminato il senso di tali angosciose immagini: rivelazioni soprannaturali importantissime, che tuttora sono tenute riservate, la cui esistenza era già affiorata con evidenza nella divulgazione dell’indicazione della Vergine quando aveva consentito a suor Lucia, il 3 gennaio 1944, di scrivere finalmente la terza parte del Segreto, limitandosi però a “quello che ti ordinano, tuttavia non quello che ti è dato intendere del suo significato”». Ecco dunque il testo di quella lettera che suor Lucia scrisse il 22 agosto 1967 al Papa: «Una delle domande che ultimamente mi è stata rivolta è: Se tutto il Messaggio è già stato consegnato alla Chiesa? Risposi di sì. Avrei dovuto dire che: quanto ai fatti sì, ma quanto alla prospettiva e agli aspetti particolari invece no. Però non ho dato questa risposta, per non dare adito a ulteriori domande alle quali non sarebbe conveniente rispondere. I punti significativi del Messaggio sono: 1° - La Luce Immensa che era Dio, e fu manifestata il 13 giugno del 1917. Ho detto che è stata mostrata questa Luce, ma non il suo sviluppo. 2° - Le parole della Madonna: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede”, il13 luglio 1917. Ho detto e sono pubblicate queste parole, ma non il loro significato. 3° - “Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà”. Ho detto e sono pubblicate queste parole, ma non in cosa consiste la loro realizzazione». Questa lettera, secondo Gaeta, è «una pietra tombale sulla ricostruzione vaticana» e in particolare su «quel corollario del “tutto è stato rivelato” che ha caratterizzato costantemente le prese di posizione della Santa Sede».

ALTRI SCRITTI
Del resto che vi siano altri scritti di suor Lucia è dimostrato «perfino nella documentazione fornita ai teologi che hanno avuto il compito di accertare l’eroicità delle virtù della carmelitana» in cui, scrive Gaeta «risultano evidenti lacune e incomprensibili censure». L’esempio “più eclatante” spiega Gaeta «riguarda una vicenda nell’estate del 1977, dopo che il 31 maggio la religiosa aveva scritto a Paolo VI per incoraggiarlo a pubblicare un documento che respingesse con decisione la possibile influenza dei movimenti di estrema sinistra sulla Chiesa: “Dobbiamo amare i nostri fratelli comunisti e marxisti, pregare Dio per loro e augurare loro ogni bene, perché sono come noi, figli di Dio. [...] Ma non possiamo aderire né accettare le loro ideologie, dal momento che hanno come base l’ateismo, l’ingiustizia e la violenza. [...] Il pluralismo non giustifica, davanti a Dio, l’incredulità, né l’ingiustizia, né la violenza, nemmeno la mancanza di verità con la quale ingannano i popoli, promettendo ciò che poi né danno né fanno. Il ritardo nel pubblicare questo documento dà occasione all’aumento della confusione e dell’incomprensione sulla posizione che dobbiamo assumere. Il silenzio può essere recepito con valore di consenso”».


Gaesta prosegue: «Il 3 settembre (Lucia) annotò sul Diario che il vescovo di Coimbra, per incarico della Santa Sede, le aveva posto due interrogativi: “Se la lettera che indirizzai al Santo Padre fosse motivata da qualche intervento soprannaturale? Secondo: se fosse stata motivata dall’intervento di altre persone? Ho risposto dicendo che era stato per due ragioni”. Curiosamente però, dopo questa frase, compaiono le parentesi quadre con i puntini sospensivi, a segnalare l’inspiegato taglio del testo relativo alla chiarificazione».
Quella chiarificazione invece sarebbe stata preziosa vista la centralità, nel Messaggio di Fatima, del comunismo e della Russia. Che peraltro continuano ad essere centrali pure nella storia dei nostri giorni. Ancora più preziosi sarebbero i chiarimenti “ispirati” che suor Lucia elencò nella lettera (inedita) a Paolo VI che ho citato. Servirebbero specialmente per decifrare la visione del terzo segreto resa nota dal Vaticano nel 2000 - che dalle pagine di Gaeta a quanto pare non sembra riferirsi all’attentato del 1981 a Giovanni Paolo II. I punti enucleati da suor Lucia in quella missiva fanno intuire che quanto è tuttora segreto riguardi sia le sorti della Chiesa che le sorti del mondo. La sua urgenza di comunicare quel messaggio e la sua preoccupazione fanno riflettere.
 

L’ANGOSCIA
Il “terzo segreto” fin dall’inizio è accompagnato dall’angoscia della veggente. Scrive Gaeta: «Un interrogativo che padre Alonso si era già posto nel 1976 riguardava il motivo dei problemi che la veggente aveva incontrato nello scrivere la terza parte del Segreto, dopo aver comunicato altre cose già enormemente difficili: “Se si fosse trattato semplicemente di annunciare profeticamente nuovi e grandi cataclismi, siamo sicuri che suor Lucia non avrebbe sofferto tali difficoltà, il cui superamento richiese uno speciale intervento del Cielo. D’altra parte, se si tratta di lotte intestine nel seno della Chiesa stessa e di gravi negligenze pastorali da parte di alti gerarchi, è comprensibile che Lucia avesse una ripugnanza quasi impossibile da superare naturalmente”». Quale fu l’“intervento del cielo” che convinse la veggente a scrivere il Terzo segreto si è scoperto dieci anni fa, con la biografia ufficiale pubblicata dal Carmelo di Coimbra dove suor Lucia è vissuta ed è morta nel 2005. Visi riproduce infatti una pagina del diario della veggente la quale racconta che, mentre lei indugiava e pregava, le apparve “la Madre del Cielo” dicendole: «Stai in pace e scrivi quello che ti comandano, non però quello che ti è stato dato di comprendere del suo significato» (cioè solo la visione e non il suo significato che le è stato spiegato dalla Vergine). Subito dopo - dice suor Lucia - «ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: “nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!”. Questa parola “Cielo” riempì il mio cuore di pace e felicità».

È evidente che qualcosa di importante non è stato reso noto: è la spiegazione della visione. Benedetto XVI, durante il pellegrinaggio a Fatima del 13 maggio 2010, affermò: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Aggiunse: «Sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano... e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano». Il clamoroso libro di Gaeta farà discutere e indurrà a chiedere alla Santa Sede, a questo punto, di rendere noto tutto quello che è ancora celato. È giusto che tutti sappiano e decidano se credere alla profezia della Madonna di Fatima e seguirne l’appello. www.antoniosocci.com

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