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Fisco, come useremo la carta di credito nel 2024: cambia tutto

giovedì 26 ottobre 2023

2' di lettura

Dal 2024 anche le partite Iva potranno usare il modello 730 e sarà possibile effettuare i versamenti con la carta di credito: queste le principali novità degli ultimi due decreti approvati dal governo nella cornice della riforma fiscale. Il decreto "Razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari", in particolare, ha l'obiettivo di semplificare i modelli per le dichiarazioni dei redditi, dell'Iva e dell'Irap. E non solo, perché permette anche di effettuare i versamenti rateali, da eseguire entro il giorno 16 di ogni mese, tramite un "prestatore di servizi di pagamento" convenzionato con l'Agenzia delle Entrate. Cosa vuol dire? Che sarà possibile fare queste operazioni con la carta di credito attraverso il servizio di PagoPa, come si legge su Fanpage. Il decreto, inoltre, aumenta anche la soglia dei versamenti minimi dell’Iva e delle ritenute sui redditi di lavoro autonomo. Quindi, per esempio, se l'importo dovuto è inferiore ai 100 euro, sarà possibile effettuare quel versamento insieme a quello del mese successivo.

Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, invece, la novità è che anche gli autonomi potranno utilizzare il 730. Inoltre, sarà eliminata la Certificazione Unica per i forfettari e quelli soggetti a regime fiscale di vantaggio. Dunque come funzionerà il nuovo il meccanismo? "Entro il 30 aprile di ogni anno - spiega Fanpage - l'Agenzia delle entrate renderà disponibile telematicamente il modello precompilato anche per le partite Iva, il quale, come si legge nella bozza del decreto, dovrà essere presentato 'per il tramite di un ufficio delle Poste italiane S.p.a. tra il 1° aprile ed il 30 giugno ovvero in via telematica tra il 1° aprile e il 30 settembre dell'anno successivo a quello di chiusura del periodo di imposta'". Anticipata, quindi, la scadenza per le dichiarazioni delle imposte sui redditi e Irap, che viene spostata al 30 settembre, cioè due mesi prima rispetto a quella attuale. Il motivo? Anticipare sia i rimborsi che le operazioni di verifica.

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Il governo, inoltre, è intervenuto anche sul visto di conformità, ovvero la verifica fiscale sulla corrispondenza tra la dichiarazione dei redditi e i documenti contabili e fiscali dell’attività. In particolare, si è deciso di aumentare le soglie che prevedono l'esonero dalla presentazione dell'attestazione. Nella nota dell'esecutivo, infatti, si legge: "Si prevede l’incremento da 50mila a 70mila euro annui della soglia al di sotto della quale non è richiesto il visto di conformità per l’utilizzo in compensazione del credito IVA e da 20mila a 50mila euro annui della soglia al di sotto della quale non è richiesto il visto di conformità per l’utilizzo in compensazione dei crediti per imposte dirette e IRAP".

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