Beppe Sala
La Ztl della Ztl vi mancava, dai. Invece eccola qua. A Milano, dalla prossima primavera, il cosiddetto quadrilatero della moda, quello dove le vetrine luccicano a tutte le ore e i turisti stranieri (soprattutto i giapponesi) fanno la fila davanti ai negozi, contentissimi di farla, sarà off limits per le auto private. Solo taxi, Ncc e residenti. E questa blindatura del centro in centro potrebbe essere solo il primo passo verso la completa pedonalizzazione dell’area.
Perché il vero sogno del sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala, è sempre quello: far sparire le auto, solo biciclette e monopattini. Così Milano non sarà più Milano, ma una sorta di Pechino anni sessanta.
Ma sì, arrivati a questo punto, sopra la città mettiamoci pure un bel coperchio, tipo carrello dei bolliti. Così l’opera sarà completa. E allora sì che Milano sarà bella e pulita. Accessibile e godibile forse no. Ma per la giunta comunale guidata dal sindaco evergreen, non sembra essere certo questa la preoccupazione principale. La mission impossible (ma possibile per Beppe) dell’amministrazione di centrosinistra è quella di rendere il capoluogo lombardo sempre più per pochi eletti. Perché se non basta Area B, ma sorta di maxi zona rossa per tener fuori da Milano le auto considerate più inquinanti, o la storica Area C, quella con la quale l’amministrazione comunale ha blindato il centro, la Ztl della Ztl rappresenta la quadratura del cerchio.
«Nel primo semestre dell’anno prossimo vogliamo chiudere al traffico privato il centro città, nella zona del Quadrilatero (Via Montenapoleone e limitrofe per intenderci, ndr) allargato a corso Matteotti, via Case Rotte fino a via Manzoni», spiega il primo cittadino «in corso Venezia, all’incrocio con via Senato (a due passi da piazza San Babila, ndr), ci saranno delle telecamere che registrano dei passaggi. È una piccola cosa, ma intanto è una cosa storica. Poi da lì ci allargheremo». Che non sai se sia una minaccia o una promessa. Di sicuro c’è che si tratta di un provvedimento molto snob, al limite dell’elitario: la Ztl dello shopping.
La proposta di Sala, com’è facile intuire, ha scatenato una valanga di reazioni, sottoponendo la giunta ad un vero e proprio fuoco incrociato di critiche e polemiche.
La Lega, da sempre in prima linea contro la guerra dichiarata alle auto dal sindaco, ha annunciato barricate contro il provvedimento, tanto che venerdì prossimo anche il vice premier, Matteo Salvini, parteciperà a un’iniziativa contro la nuova Ztl. Fabrizio Cecchetti, deputato del Carroccio e coordinatore regionale della Lega in Lombardia, chiede al sindaco se «nella Milano da anni ormai capitale delle denunce e dei reati commessi, dove quasi ogni notte abbiano una tentata violenza sessuale in centro, l’unica vera emergenza è quella del traffico». Cecchetti, poi, accusa Sala di essere diventato «la macchietta cinematografica dello 'zio' di Johnny Stecchino, per chi ricorda quel film di Benigni». Altrettanto dure le critiche che arrivano dalla sua maggioranza. Il capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale, Carlo Monguzzi, ricorda come il 6 ottobre scorso il sindaco, in risposta ad una mozione del Municipio 1 che chiedeva la chiusura del centro alle auto, avesse risposto in modo perentorio: «Non è sul tavolo e non sarà sul tavolo finché sarò sindaco». «Dopo 13 giorni dice che chiuderà a metà 2024 il quadrilatero della moda, 4 o 5 strade, e poi allargherà». Secondo l’ambientalista, Sala sarebbe stato colpito da «delirio comunicativo», chiedendogli di «smetterla con annunci di micro provvedimenti che servono a nulla se non ad avere i titoli dei giornali».