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Vittorio Feltri: "L'errore di Alain Elkann? Confrontarsi coi buzzurri"

Vittorio Feltri
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Anche io come tanti ho trovato inopportuno il pezzo pubblicato da la Repubblica firmato da Alain Elkann nel quale lo scrittore descriveva con disgusto la sua esperienza: un viaggio in treno verso Foggia in un vagone dove un gruppo di giovinastri vestiti come zingari si è esibito con un eloquio da buzzurri in discorsi volgari. Infatti l’articolo dava l’impressione di sottolineare l’eleganza dell’autore al confronto con la sciatteria dei suoi compagni di trasferta. Gente volgare priva della più elementare educazione. Debbo sottolineare un particolare: un signore che sia veramente tale per dimostrare la sua superiorità anche estetica non dovrebbe mai misurarsi con i plebei che gli siedono accanto. Sottolineare la propria raffinatezza e superiorità culturale per dimostrare la cafoneria altrui è una volgarità che non si addice a una persona chic. La mia critica ad Alain segnala solo una mancanza di stile che un uomo raffinato non dovrebbe mai rivelare. Tutto qui.

 

Però, nella sostanza, le critiche che lui ha rivolto al gruppo di cafoni con cui è stato costretto a convivere per un tratto di ferrovia non fanno una grinza. Le condivido tutte in pieno, eppure non c’è bisogno di recarsi a Foggia in treno per constatare che l’umanità in genere fa schifo, in particolare i giovani sono villani insopportabili e incapaci di esprimere un concetto qualsiasi se non usando un linguaggio pecoreccio (con tutto il rispetto dovuto alle greggi). 

 

Io da anni vivo a Milano e mi capita spesso la sera di prendere l’aperitivo al Bar Brera, zona centrale molto affollata di gente di ogni colore. Ebbene, seduto al mio tavolino non posso non osservare gli avventori del locale e i passanti. Lo spettacolo che si offre ai miei occhi è deprimente. La maggioranza degli uomini, non solo giovani, deambula sfoggiando pantaloni corti disgustosi, molti hanno ai piedi delle ciabatte che sfoggiano con piacere. Raramente vedo sfilare un signore in giacca e cravatta, i più eleganti, direi passabili, sono gli anziani d’ambo i sessi.
Le persone più sfacciate di norma sono le ragazze smaniose di esibire il culo come fosse un trofeo. Non ho niente contro i glutei femminili, per carità, però non sarebbe il caso di sbattermeli in faccia.
Mi capita sovente di ascoltare i discorsi che si levano dai tavolini del locale accanto al mio, e c’è solo da rabbrividire. Il lessico più diffuso è infarcito di frasi oscene pronunciate con una disinvoltura sorprendente. Ovviamente non oso commentare ad alta voce, mi devo mordere la lingua. Qualcuno osserverà che i tempi sono cambiati, ma temo che a non cambiare mai sia la maleducazione diffusa. In parte quindi solidarizzo con Alain. 

 

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