I femminicidi in Italia e in genere in Europa sono numerosi e scandalizzano l’opinione pubblica. Si parla addirittura di trecento donne, o quasi, ammazzate ogni anno da uomini fuori di testa che agiscono per vari motivi: il più delle volte a spingere gli assassini è la gelosia oppure il fatto che le compagne non li vogliano più in casa, forse perché maltrattate. Però bisogna tenere conto che le vittime della maggior parte di delitti più o meno efferati sono uomini, circa mille ogni 12 mesi. Questo significa che i sanguinari non ce l’hanno a morte solo con le femmine ma con l’umanità intera, e se si tratta di massacrare una persona lo fanno senza badare al suo sesso.
Con esattezza non è dato sapere perché un individuo giunga a odiare un proprio simile al punto da mandarlo con crudeltà al cimitero, però le statistiche dimostrano che gli omicidi anche se non aumentano neppure diminuiscono. Probabilmente una quota abbastanza elevata di nostri simili nasconde nell’animo una dose di violenza che spesso esplode in modo incontenibile.
Non è tutto. Ultimamente anche il numero di infanticidi è cresciuto in misura esponenziale, suscitando orrore nei cittadini onesti. Ieri, per esempio, i giornali hanno pubblicato una notizia raccapricciante. Una signora di Voghera, sola nella propria abitazione, ha strangolato il suo bimbo di un anno. Leggere la cronaca del fatto suscita impressione, fa venire i brividi, e soprattutto desta stupore in quanto è impossibile risalire al movente.
Siamo di fronte a un tragico mistero che difficilmente sarà svelato. Ma aspettiamo l’esito delle indagini, benché si presentino enigmatiche.
Una mamma che strangola il proprio pargoletto prelevandolo dalla culla e stringendo le mani attorno al suo collo è un episodio la cui natura è inspiegabile. Qualche mese fa, il lettore ricorderà, è successo un caso ancora più impressionante. Una signora è uscita dalla propria abitazione abbandonando la figlia nel lettuccio per una settimana, nel corso della quale si è recata dal fidanzato in provincia di Bergamo. Ha lasciato la piccola senza cibo né assistenza per giorni e giorni, provocandone la morte per inedia. Una mostruosità inaudita. Che ancora adesso, a distanza di mesi, non è stata raccontata in tutte le sue drammatiche pieghe.
Ciò non ci impedisce di riflettere.
Come è possibile che certe donne siano abbandonate a se stesse e private di una assistenza basica ed elementare? Qui si tratta di impedire che certe situazioni famigliari marciscano al punto da diventare tragedie. Gli enti pubblici dovrebbero prevenire simili disastri, portando un minimo di aiuto alle ragazze in tali difficoltà da sentirsi spinte addirittura a sopprimere le proprie creature.
Possibile che l’assistenza sociale sia ridotta a uno straccio? Va bene occuparsi di corsie ciclabili, di Area C e altre scemenze, ma un occhio ai drammi umani si potrebbe dedicare.