CATEGORIE

Beatrice Borromeo? Ecco come ha fregato Vittorio Emanuele di Savoia

di Andrea Tempestini giovedì 13 luglio 2023

3' di lettura

Confessa di essere stato testimone di un omicidio, con questa confessione in una certa misura pare confessare a sua volta l’omicidio che avrebbe commesso, e lo fa dopo aver chiesto ai presenti: «Chi è che vuole uno champagnino? Tutti?». Lui è Vittorio Emanuele di Savoia e si parla dell’ultima sequenza de Il Principe, docuserie diretta da Beatrice Borromeo Casiraghi e proposta da Netflix di cui si fa un gran parlare.

Il punto - esiziale - è che quest’ultima sequenza è un fuorionda, registrato più o meno a tradimento, «ne avevo ancora delle storie, ma non le posso raccontare», premette il figlio dell’ultimo re d’Italia. L’omicidio di cui fu testimone è quello di Alfonsito, fratellino del futuro re di Spagna, Juan Carlos, che è anche l’omicida. «Ero presente! Eravamo in esilio e si andava a sparare ai barattoli nel mare, lì davanti a Cascais. Juanito ha fatto un casino. Ha sparato al fratello e l’ha fatto fuori. Non gli ha sparato diretto, ma attraverso l’armadio. Lui per caso era lì, un incidente al 100%».

L’omicidio che Vittorio Emanuele in una certa misura pare a sua volta confessare è quello di Dirk Hamer, il 19enne tedesco che nella maledetta notte di Cavallo, nel 1978, ci rimise le penne dopo un calvario durato mesi. E la morte di Dirk Hamer è il perno de Il Principe, è la vicenda a cui gravita attorno la serie, così come inevitabilmente è il perno della vita del re mancato. Dall’accusa di omicidio, in Francia, fu assolto al termine di un lungo e controverso processo. Ma l’assoluzione, per dirla in modo brutale, non coincide con quella che per i più è la verità storica.

Il perché quel fuorionda pare una confessione lo spiega la Borromeo a Radio 24: «Sostanzialmente ha messo lui in collegamento i due casi. Diceva di non capacitarsi della freddezza di Juan Carlos nei suoi confronti dopo i fatti di Cavallo, quando lui era presente all’omicidio del fratello» ed evidentemente freddo e distaccato non fu. Due pesi e due misure.

Gli arci-dibattuti fatti di Cavallo non vogliamo approfondirli. Qui ci preme indugiare sullo sconcertante mix di ingenuità (del Principe) e di caotica incoerenza (della Borromeo) che emerge dalla serie. Ma sono necessarie ulteriori premesse. La madre della Borromeo, Paola Marzotto, è «la migliore amica» - parole sue - di Brigit Hamer, sorella del ragazzino ucciso in Corsica. La Marzotto, a cui si dà molto spazio nel documentario, ha aiutato in ogni modo Brigit nella battaglia contro il principe. La Borromeo infatti spiega che «l’omicidio di Dirk ha fatto parte della mia vita. Sempre». E dell’omicidio se ne occupò anche per il Fatto Quotidiano, su cui pubblicò lo scoop della confessione videoregistrata del principe: era il 2011 e si trovava in carcere a Potenza, disse di aver ucciso Dirk, il video secondo la famiglia Savoia sarebbe stato manomesso.

Con la serie, aggiunge Borromeo, «volevo fare un lavoro oggettivo e diverso da quello svolto da cronista. Non gli avevo dato parola, non avevo ascoltato la sua versione. Il mio era stato un attacco unilaterale». Riflessione meritoria, «prendere la giusta distanza» e, in sintesi, con il documentario confezionare un prodotto più corretto nei confronti del principe che la sua famiglia ha sempre combattuto. Ma come lo ha convinto a parlare? «È stato un lavoro di mesi, di avvicinamento. A sbloccare l’intervista è stata una lettera in cui riconoscevo tutto quello che ho fatto male nella mia carriera». Ha conquistato la sua fiducia. E ha sfornato una serie in cui - opinione dello scrivente - l’idea che ci si fa di Vittorio Emanuele nella notte di Cavallo è quella di uno sparatore matto. Forse, probabilmente, è più che verosimile. Ma per certo il punto di vista è assai poco sfumato.

Questo però è il “meno”. Il “più” è che Borromeo ha spiattellato quel fuorionda. «Certo, il dubbio me lo sono posta, anche per la fiducia e l’apertura verso il progetto». Eppure eccolo lì, dirompente e mordace, a farci dire quanto è tonto questo principe. E, per ultimo, c’è il “più di tutto”: «Chi vuole uno champagnino?». Due morti, Dirk e Alfonsito, e un brindisi. Perché quello «champagnino» è l’epitome dell’ingenuità di Vittorio Emanuele e dell’incoerenza della Borromeo, che chiude il suo lavoro “più corretto” con una diapositiva grottesca e desolante del pistolero impunito, feroce e fessacchiotto. 

Parla il Principe Emanuele Filiberto, lo sfogo: "Abbiate pietà, lasciate stare mio padre"

L'ultimo saluto Vittorio Emanuele, i funerali del re mancato: chi non si presenta a Torino

Sovrano mancato Vittorio Emanuele, la ferocia di De Luna: "Dopo la morte l'oblio, vita di eventi incresciosi"

tag

Emanuele Filiberto, lo sfogo: "Abbiate pietà, lasciate stare mio padre"

Vittorio Emanuele, i funerali del re mancato: chi non si presenta a Torino

Vittorio Emanuele, la ferocia di De Luna: "Dopo la morte l'oblio, vita di eventi incresciosi"

Vittorio Emanuele, i re sembrano inetti perché non sono di questo mondo

Marco Bassani: L'europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestual...
Marco Bassani

Patricelli: La verità nascosta dal Pci su chi uccise il Duce

Un cold case da ottanta anni nella ghiacciaia della storia, con un enigma avvolto da un mistero. In attesa che l’e...
Marco Patricelli

Calessi: Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra

Il rosso e il nero a casa della Lega. Sono stati loro, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini, intervistati dal direttore d...
Elisa Calessi

De Leo, Salvini dopo la telefonata con Vance: "Frizioni? Siamo su scherzi a parte"

La telefonata con J. D. Vance e la contrarietà rispetto alle ipotesi di riarmo. Il vicepresidente del Consiglio M...
Pietro De Leo