Lo sviluppo dell’e-commerce ha agito da freno al carovita. Negli ultimi sei anni, infatti, il commercio elettronico ha rappresentato un vero e proprio argine all’inflazione contenendo del 5% il carovita. E rendendo così disponibile un miliardo di euro di ricchezza per le famiglie italiane tra il 2020 e il 2022. Queste, in sintesi, le conclusioni a cui è giunta una ricerca realizzata da The European House-Ambrosetti, in collaborazione con il colosso mondiale dell’e-commerce Amazon, che ha valutato quale sia stato l’impatto del commercio elettronico su cittadini e imprese. Lo studio mostra chiaramente l’effetto calmierante dell’e-commerce sull’inflazione: nonostante la perdita di valore del denaro, i prezzi online - nell’ultimo triennio - si sono dimostrati più stabili rispetto a quelli del paniere Istat, consentendo così agli italianidi spendere circa 39 miliardi tra il 2020 e il 2022.
Il gruppo di esperti ha poi anche calcolato che all’aumentare di un punto percentuale della diffusione del commercio elettronico, l’inflazione è diminuita di 0,02 punti percentuali e pertanto, senza la diffusione del commercio elettronico, negli ultimi sei anni l’inflazione in Italia sarebbe stata in media più alta del 5 per cento. Mitigando la perdita del potere d’acquisto, il commercio elettronico ha creato circa un miliardo di euro di ricchezza disponibile per le famiglie italiane tra il 2020 e ha consentito di incrementare i loro consumi, nel rapporto di 845 milioni di euro di spesa in più per ogni punto percentuale in più di diffusione dell’e-commerce. E a confermare il sentiment non solo solo coloro che hanno realizzato lo studio, ma è la stessa percezione che hanno avuto gli italiani.
Ben 6 su 10, infatti, hanno affermato che l’e-commerce ha permesso loro di aumentare o mantenere invariato il proprio potere di acquisto negli ultimi 12 mesi, oltre ad offrirgli una maggiore reperibilità (65%) e una maggiore ampiezza dell’offerta (78,2%). «Abbiamo scoperto che in Italia i prezzi online si sono dimostrati più stabili anche in periodi di alta inflazione, sostenendo quasi 40 miliardi di consumi nell’ultimo triennio» ha affermato Lorenzo Tavazzi, partner di The European House - Ambrosetti. A fargli eco è Giorgio Busnelli, direttore per le categorie del largo consumo di Amazon in Europa, secondo il quale «in un contesto difficile in cui l’inflazione rappresenta una grande preoccupazione per molte famiglie italiane, abbiamo voluto indagare l’impatto dell’e-commerce sul loro potere d’acquisto. E i risultati confermano le percezioni degli italiani: l’e-commerce contrasta il carovita».
Insomma, lo sviluppo del commercio elettronico non solo sta cambiando le abitudini dei consumatori, ma sta pure modificando in meglio la loro vita» ha ammesso il direttore generale di Altroconsumo, Alberto Pirrone per cui «alla sua crescita contribuisce non solo la maggior disponibilità a catalogo di prodotti, ma anche la possibilità di trovare condizioni d’acquisto in molti casi più convenienti, cosa fondamentale per i consumatori di fronte alla persistente pressione inflazionistica». D’accordo anche il sottosegretario leghista Alessandro Morelli, secondo cui dalla ricerca emerge che «tramite l’e-commerce tante realtà locali possono affacciarsi al mercato mondiale: il commercio elettronico dovrebbe essere un volano di crescita per le piccole attività e non di concorrenza e si potrebbe valutare l’introduzione di vantaggi economici o di riduzione fiscale per chi vende online e per le piattaforme che aiutino in questa transizione».