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Nicola Gratteri? Ecco perché il centrodestra lo sostiene al Csm

Nicola Gratteri

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In uno degli incroci più delicati da quando è partita la legislatura - lì dove si interseca, ancora una volta, questione giustizia e mandato ricevuto dal legislatore - il “destino” della Procura di Napoli fornisce elementi tutt’altro che minimali. Sulla nuova stagione che si sta respirando nel Csm, certo: con la sinistra giudiziaria in preda a una crisi di nervi, dopo la sconfitta nel Plenum per la nomina del procuratore di Firenze. Ma dà anche indicazioni importanti per rilevare un certo approccio alla questione legalità, su cui non è indifferente la matrice culturale da cui si abbevera la destra politica oggi al governo. A spiegarlo proprio gli “schieramenti” in campo per la nomina della Procura partenopea: lì dove qualche giorno fa, nel voto della Quinta Commissione del Csm, ha avuto la meglio il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. A sostenere il magistrato - paladino della lotta alla ‘ndrangheta- Maria Luisa Mazzola (Magistratura Indipendente, la corrente di destra), il togato Andrea Mirenda e i laici: Daniela Bianchini di Fdi ed Ernesto Carbone di Iv. Centristi e sinistra si sono divise fra il procuratore di Bologna Giuseppe Amato e la procuratrice aggiunta di Napoli Rosa Volpe.

Una sconfitta per le toghe progressiste, giunta il giorno dopo la débâcle di Firenze: dove al Plenum ha avuto la meglio Filippo Spiezia, rappresentante italiano di Eurojust, sostenuto dai moderati di Mi, dai consiglieri laici di centrodestra, da Carbone, dal Pg della Cassazione Salvato e dallo stesso vicepresidente del Csm Fabio Pinelli. Una batosta per le toghe “rosse” di Magistratura democratica ed Area, con quest’ultima che ha evocato addirittura l’hotel Champagne, attaccando in modo scomposto Pinelli, “reo” di aver legittimamente esercitato il suo diritto di voto. Come non bastasse è giunto il voto a stragrande maggioranza per la nomina di Gratteri a Procuratore di Napoli. Una scelta precisa, ha registrato Libero con una fonte accreditata, quella delle toghe moderate e dei consiglieri laici del centrodestra, insieme al consigliere indipendente Mirenda: portare al vertice della più grande Procura d’Europa uno degli uomini più scortati d’Italia.

Un segnale di sostegno alle forze impegnate al contrasto alla criminalità. Ma ancora una volta la sinistra giudiziaria e la corrente centrista si oppongono, così come alla nomina di Gratteri nella precedente consiliatura, preferendogli Giovanni Melillo quale Procuratore Nazionale Antimafia. Un precedente, assicurano le nostre fonti, che dimostra come «pure di fronte ai “titoli” e alle ragioni di opportunità il correntismo della magistratura “militante” prevale pure su un campione della lotta alla criminalità». Il voto su Gratteri è atteso tra fine luglio e inizio settembre. I consiglieri laici di Fdi, Lega e Fi ele toghe di Magistratura indipendente continuano a lavorare per convincere gli indecisi, sulla base degli indicatori nettamente a favore di Gratteri. Orientamento questo - come si vocifera a Palazzo dei Marescialli - pienamente condiviso e sostenuto dal governo Meloni.

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