Le rockstar hanno un problema irrisolto con l’ambiente. Oddio, ce l’abbiamo tutti, ma loro, per così dire, si fanno notare di più. L’estate scorsa si accesero le polemiche peri concerti in spiaggia di Jovanotti, tra ambientalisti che denunciavano la distruzione dei litorali, e il cantante che si difendeva asserendo di aver organizzato tutto con il supporto del WWF Italia. Mercoledì, a Napoli, allo stadio Maradona, si sono esibiti, con strepitoso successo, i Coldplay, con il frontman Chris Martin che sui temi ecologici ha costruito una credibilità importante, nemmeno inferiore a quella dell’idolo Greta Thunberg. Lo show, come abbiamo detto, è stato un clamoroso successo, Martin ha cantato anche la grande “Napule è” di Pino Daniele (pare con buon accento napoletano, anche se francamente ci sembra inverosimile) ma soprattutto c’era tutto l’aspetto eco-friendly che aumentava le aspettative.
Dovete sapere che, nel 2019, proprio mentre usciva il nuovo doppio album “Everyday life”, il leader dei Coldplay fece una dichiarazione piuttosto impegnativa: «Non porteremo in tour il nuovo disco. Ci vogliamo prendere tempo, il prossimo anno o anche due, per trovare il modo di rendere il tour non solo sostenibile, ma anche concretamente benefico». In realtà un paio di concerti, i Coldplay, li fecero, ad Amman, trasmessi poi gratuitamente in tutto il mondo su YouTube. Ma in sostanza rispettarono l’impegno, e ancora Chris Martin dichiarò: «Il nostro prossimo tour sarà il migliore possibile dal punto di vista ambientale, saremmo delusi se non fosse a emissioni zero», e ammise: «La parte più difficile sono i voli [...] abbiamo fatto un sacco di grandi tour fino a oggi. Come facciamo a imprimere una svolta, a far sì che invece di prendere possiamo dare?».
IL DISASTRO DEI MANGO
Già nel 2002, all’uscita del loro secondo album, la band provò a “compensare” le emissioni del tour con la clamorosa iniziativa (Chris Martin, modestamente, la definì «la più grande idea che chiunque abbia mai avuto di recente») di piantare diecimila alberi di mango nel sud dell’India. Finì un disastro, nonostante la richiesta ai fan di pagare 17 sterline per ogni albero, i contadini della regione non videro un penny per occuparsi delle piante, molte delle quali morirono per la siccità o vennero bruciate, rilasciando nell’atmosfera il famigerato CO2 che avrebbero dovuto “compensare”. Quei terreni adesso sono completamente abbandonati.
Ma Chris Martin non è tipo da scoraggiarsi, e per il concerto napoletano, di nuovo, ha sbandierato la sua anima ecologista, allestendo una megaproduzione in cui mille sforzi sono stati fatti per difendere l’ambiente, dai generatori di corrente del backstage che funzionano con olio vegetale (e non diesel come di solito) alle due pedane circolari al centro del prato, cablate per sfruttare l’energia cinetica del pubblico, alle cyclette ad accumulo energetico che alimentano le batterie che contribuiscono a far funzionare lo spettacolo, al palco in acciaio riciclato, i pannelli solari per generare energia nelle ore diurne prima dell’esibizione, i coriandoli biodegradabili, i braccialetti compostabili per gli spettatori; insomma atti notevolissimi e lodevoli. «Stavolta, dopo la farsa dei mango in India, che gli vuoi dire?» si potrebbe esclamare.
MEGALOMANIA
Be’, si potrebbe sommessamente sostenere che, in ogni modo, non è certo uno show a “emissioni zero” come voleva, con un pizzico di megalomania, Martin, il quale, peraltro, non è ancora riuscito a risolvere quello che, nelle sue stesse parole, è “la parte più difficile”, cioè i voli. Chris Martin, anzi, tutta la band, i Coldplay, peri loro spostamenti, ancora fino al 2019, usavano regolarmente i jet privati. Ora sono più ambigui, ma non hanno mai dichiarato di farne a meno del tutto. Non è un po’ strano, anche un po’ ridicolo, vedere una parte dei quarantasettemila spettatori del concerto napoletano darci dentro con le cyclette, zompare sulla pedana cablata per accendere, letteralmente, il palco della band, quando questa, comodamente, lussuosamente, si sposta in jet privato? Per questo nuovo tour, “Music of the spheres”, i Coldplay hanno promesso di minimizzare i viaggi aerei e, in caso, di usare “carburante aereo sostenibile”. Promesse sincere e realizzabili, o greenwashing, per usare l’efficace espressione inglese che indica l’ecologismo di facciata?