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Paola Frassinetti lancia l'allarme: "La sinistra intollerante a scuola è un problema"

Daniele Dell'Orco
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Simona Malpezzi, capogruppo del Pd al Senato, su Twitter ha espresso «vicinanza alla studentessa del Michelangiolo di Firenze che ha lasciato il liceo per le pressioni ricevute dopo il pestaggio davanti alla sua scuola», aggiungendo poi una velenosa stoccata politica: «Per noi tutte le forme di violenza vanno condannate senza esitazioni. Questa è la nostra cultura politica». Col plurale maiestatis, però, non si capisce bene cosa intenda visto che, a parte il suo cinguettio in ritardo di almeno tre giorni rispetto al fatto di cronaca, nessuno negli ambienti dem si è preso la briga di parlare della vicenda. Men che meno i rappresentanti delle istituzioni locali, come il sindaco di Firenze Dario Nardella, fino a poche settimane fa in prima linea contro l’intolleranza, l’odio politico e la violenza. Essendo il primo cittadino, dovrebbe essere interessato a ciò che accade nella sua città, specie ai danni di una sedicenne incolpevole vittima di metodi repressivi da Anni di Piombo. Ma del resto, è lo stesso Nardella che alla vigilia di una delle tante manifestazioni che seguirono la rissa del 18 febbraio, sosteneva di «conoscere bene» lo spirito «democratico» della sua Firenze. Appena poche ore dopo, antagonisti, centri sociali e sinistra radicale lo insultarono in piazza e sventolarono bandiere titine e sovietiche intonando cori contro i «fascisti» da bruciare vivi nelle loro sedi.

 


LE PAROLE E LA REALTÀ - In un certo senso quindi, riflettendoci, il fatto che né lui né molti degli altri esponenti di sinistra che solo quando conviene si scapicollano per scendere in strada a manifestare per il bene della democrazia abbiano detto qualcosa a difesa di una ragazzina traumatizzata dall’odio politico ha un che di rassicurante. Hanno ampiamente dimostrato, infatti, di non avere percezione della realtà e ora che il danno è fatto la 16enne di qualche riga di circostanza twittata sui social non saprebbe cosa farsene. Il fatto in sé, però, resta. E se la politica di sinistra intende ignorarne la portata (e continuerà a pagare lo scotto di questa e di altre scempiaggini simili nelle urne) per dirigenti scolastici, docenti e finanche il Ministero dell'istruzione la faccenda deve rappresentare un serio campanello dall’allarme circa gli equilibri interni a tante, troppe scuole superiori italiane. «Questa vicenda gravissima dimostra lo stato di intolleranza della sinistra», dice a Libero il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti, «che è solita negare l’agibilità politica a chi la pensa in modo diverso. Un atteggiamento datato, sistematico e che genera violenza. Sia chiaro, quest’ultima deve essere sempre condannata, così come l’intolleranza mostrata nei confronti di semplici studenti. Mi piacerebbe che ci fosse lo stesso spirito di indignazione in tutti questi casi. Ma il problema da risolvere è il presupposto che genera odio: il monopolio degli spazi e del pensiero nelle scuole».

 


MINACCE -  In merito alla dura presa di posizione di Rita Gaeta, la preside del Liceo Michelangiolo di Firenze, che ha definito «vili» i compagni di classe della ragazza che lontani dagli occhi dei professori l’hanno minacciata e insultata, il sottosegretario promette vicinanza: «È nel nostro solito modus operandi chiamare e confrontarci con i presidi quando a scuola accadono cose del genere. Lo faremo anche stavolta, visto che questa vicenda mi sembra davvero di estrema gravità».

 

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