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Siccità, il piano di Matteo Salvini: sul piatto un miliardo

Fabio Rubini
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Al Nord per tutta settimana non è previsto che cada una sola goccia di pioggia. Fiumi, laghi e falde acquifere sono ai minimi storici. La stagione agricola è alle porte e per evitare le scena da far west con gli agricoltori che si rubavano l’acqua l’uno con l’altro, serve che il governo vari in fretta un piano d’azione. A dare la carica, ieri a Vercelli, è stato il vice premier Matteo Salvini. Intervenendo al congresso nazionale dell’Anbi organizzato per i 100 anni dalla moderna bonifica, il leader della Lega ha annunciato che «per l’arrivo del Decreto Acqua in Consiglio dei ministri non c’è ancora una data certa», ma che «verrà sicuramente approvato entro la fine di marzo». Un’accelerazione dovuta proprio all’esigenza di «evitare un’estate disastrosa sotto il profilo della siccità come quella dello scorso anno». Quando, ricorda Salvini «sono stato costretto a mediare tra Regioni e Province. E i prodromi del bis ci sono tutti visto che, per esempio, fra Trento, operatori del Garda e agricoltori veronesi, son già volate scintille.

 

 

 

IL TAVOLO

Per questo già oggi «a Palazzo Chigi è stata fissata una riunione della cabina di regia che si deve far carico della progettazione e dell’esecuzione dei lavori. Se ci sono opere bloccate o in ritardo serve un commissariamento ad hoc per sbloccarle e serve qualcuno che si prenda la responsabilità di decidere se e quando aprire o chiudere l’acqua». Lui, Salvini, ha pronto da mettere sul piatto un miliardo tondo tondo, anzi «il primo miliardo di euro, col quale riusciremo a mettere a terra gli investimenti per i prossimi mesi». Il vice premier però spiega che «le domande che arrivano sul Pnrr al mio ministero ammontano almeno a due miliardi di euro». Per questo Salvini conta sull’aiuto di «Anbi, Regioni, Comuni, associazioni di agricoltori e quelle che si occupano d’ambiente» per «pianificare gli investimenti».

Il vice premier, sempre dal palco di Vercelli, in Piemonte, ha puntato l’attenzione anche su un altro grande problema del nostro Paese: la raccolta dell’acqua piovana, che ha definito «ossigeno puro». Anche in questo caso per migliorare la situazione («oggi riusciamo a trattenerne soltanto il 10%»), occorre «sbloccare i cantieri cantieri fermi da troppo tempo, per aumentare la percentuale di raccolta». Sul tema del recupero dell’acqua è intervenuta anche Legambiente che ha stimato in 22 miliardi di metri cubi di acqua all’anno tra il recupero possibile delle acque meteorologiche in ambiente urbano e il riutilizzo di quelle reflue per l’agricoltura.

Anche a limitare gli sprechi servirà il vertice di oggi dopo quello tecnico di ieri che avrà un carattere squisitamente politico e sarà coordinato al Mit da Matteo Salvini. Sul tavolo ci saranno due visioni differenti tra le quali scegliere. Da un lato Fratelli d’Italia che spinge per un super commissario con base alla Presidenza del Consiglio, col potere di prendere decisioni per tutta Italia, da Nord a Sud. Dall’altro la Lega che ha una visione più autonomista e che preferirebbe la nascita di una cabina di regia che faccia base al ministero delle Infrastrutture, che ha competenze e fondi per intervenire sul problema siccità. Nel disegno del Carroccio, poi, questa cabina dovrà avere la facoltà di nominare commissari solo in alcuni casi specifici, in modo da dare maggiore autonomia ai territori. Qualunque sia la soluzione scelta l’imperativo è uno soltanto: fare in fretta.

 

 

 

ALLARME LOMBARDIA

Un’esortazione che arriva anche dalla Lombardia dove ieri in Triennale si è tenuta la prima edizione del “Forum Siccità”. «Se non ci saranno precipitazioni ad aprile e maggio- ha spiegato l’assessore regionale agli enti locali, Massimo Sertori - ci attendiamo una gestione emergenziale simile a quella del 2022». Secondo le stime lombarde, infatti, all’appello «mancano 2 miliardi di metri cubi d’acqua», un deficit che si traduce «in un -60% rispetto ai valori medi del periodo. Mentre il 2022 si era chiuso con un -57%. Per questo, spiega ancora Sertori «per fronteggiare la crisi è necessaria la collaborazione di tutti i soggetti produttivi che utilizzano la risorsa idrica». Alle associazioni di categorie e a quelle ambientaliste che chiedono al governo un piano d’azione, risponde il deputato e coordinatore regionale della Lega, Fabrizio Cecchetti, che ricorda come «Matteo Salvini ha già annunciato lo stanziamento delle risorse per la progettazione di 21 dighe a livello nazionale. Contemporaneamente si lavora per la desalinizzazione e per il riutilizzo dell’acqua». 

 

 

 

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